MACERATA – «Gli incontri con i bambini delle scuole, la chiacchierata con gli ultras della Maceratese sotto la curva e le persone che ho incontrato per strada, quelle che mi hanno parlato dei loro problemi. Questi alcuni dei momenti più belli di questo anno. Spero di essere stato il Questore della gente». Sono le parole del Questore Luigi Silipo, che dalla prossima settimana si trasferirà a Viterbo. Un’occasione per fare il punto di quanto fatto questo anno per la città di Macerata e per la provincia.
«Lasciare le Marche mi dispiace – ha detto il Questore – ma il nostro credo è quello di servire. Mi aspetteranno nuove sfide, col tempo si fa l’abitudine a questo tipo di vita, ma qui ho incontrato persone meravigliose, professionalità che svolgono il loro lavoro in maniera sincera. Qui mi sono sentito a casa. Ho avuto un bellissimo rapporto con tutti, con i colleghi, con i Prefetti Flavio Ferdani e con Isabella Fusiello, ringrazio il colonnello Nicola Candido e il colonnello Ferdinando Franco, il procuratore, con i quali ho instaurato un rapporto di amicizia e di collaborazione. Ringrazio l’amministrazione comunale. Un anno è poco per conoscere tutto il territorio, ma ho stretto legami anche con Civitanova. Quando sono arrivato il mio auspicio era di essere il Questore della gente e certi momenti mi resteranno sempre nel cuore. Ho parlato con le persone, ho girato per le strade di Macerata, ho conosciuto le persone e i loro problemi. Una delle prime questioni è stata quella con i residenti di corso Cairoli».
Un anno dove non sono mancate le criticità da gestire e i problemi da risolvere, come quella dei furti in serie avvenuti in centro. «Tra i momenti più belli gli incontri nelle scuole – ha continuato -, dove abbiamo trattato temi difficile come il bullismo, la violenza di genere, le dipendenze, attirando l’attenzione degli studenti». Il Questore ha poi ricordato Pamela Mastropietro, la 18enne uccisa a Macerata nel 2018. «Ho conosciuto la madre Alessandra, a lei mando un abbraccio sincero. Pamela sarà sempre una parte di Macerata e noi dobbiamo ricordarla, parlarne, fare in modo che diventi un esempio positivo. Un altro momento che ricorderò è l’incontro con gli ultras della Maceratese, al termine della partita contro la Jesina. Alle partite sono sempre stato presente e confesso di essere diventato un tifoso. Con gli ultras abbiamo avuto uno scambio sincero e diretto, il loro è un mondo che mi affascina, un mondo di passione. Non voglio essere ricordato come il Questore dei Daspo, ma come quello che è stato a parlare con i tifosi sotto la loro curva. Non sono mancati i momenti difficili per la città e ci sono quelle problematiche che sembrano “invisibili”, ma non lo sono: come lo spaccio di sostanze stupefacenti». Infine, una riflessione sulla qualità della vita nel maceratese. «Qui si vive bene, con un buon livello di sicurezza – ha concluso – Qui la gente è, giustamente, molto esigente e lavorare per migliorare la sicurezza deve essere la nostra sfida quotidiana».