MACERATA – E’ partita ieri mattina 7 aprile la sperimentazione all’interno di cinque mense scolastiche cittadine. Un progetto voluto dall’amministrazione, ma contestato dai genitori che, dopo aver avviato una raccolta di firme per chiedere al Comune di tornare sui suoi passi, sono tornati a far sentire la loro voce.
Cartelli e striscioni, infatti, sono comparsi ieri davanti agli ingressi di tutte le scuole interessate dalla sperimentazione e, in alcuni plessi, come alla “Mameli” è stato anche messo in atto una sorta di “sciopero del pasto”, visto che solo cinque bambini su 56 ieri hanno mangiato in mensa.
I genitori della scuola “Mameli” hanno anche documentato, orologio alla mano, i tempi di consegna dei pasti, per verificare se quanto è stato annunciato dall’amministrazione, poi venga rispettato. Ma a fronte di «una decina di minuti complessivi (annunciati, ndr) per effettuare il carico del pasto dalla scuola che lo prepara, il trasporto e la consegna nella scuola ricevente – spiega il Comitato genitori -, ci sono voluti ben 13 minuti solo per scaricare il pasto. Come temevamo, mancando una linea guida definita, sembra evidente che vacillino i presupposti anche per mantenere i minimi standard di sicurezza in merito al trasporto e alla manipolazione dei pasti. Tutto questo è inaccettabile e indifendibile».
La riorganizzazione avviata ieri prevede che alla scuola “Mameli”, all’infanzia e alla primaria della “Fermi” in via Pace, alla scuola Ercole Rosa e alla primaria e all’infanzia della scuola di Sforzacosta solo il primo piatto venga cucinato internamente, mentre il condimento della pasta e il secondo piatto arriveranno da altre mense più grandi. Ma i Comitati dei genitori ribadiscono la loro contrarietà come si legge nel cartello scritto davanti alla scuola delle Vergini : «Giù le mani dalle mense scolastiche», mentre a Sforzacosta i genitori hanno chiesto di «Non buttare via la nostra mensa».