Macerata

Macerata, per 11 anni scrive lettere alla giovane vicina di casa: 59enne condannato per stalking

Le missive erano inviate il 18 di ogni mese, tutti i mesi. Dopo un po' di tempo aveva iniziato a inserirci riferimenti biblici e alla morte. Sottoposto a perizia, era stato accertato un vizio parziale di mente

Il tribunale di Macerata

MACERATA – Il 18° giorno di ogni mese, tutti i mesi, per 11 anni aveva scritto alla giovane vicina di casa. Per lui quella ragazza di 27 anni più giovane era un’amica di penna che però non aveva mai risposto alle sue lettere, prima perché erano anonime, poi perché erano firmate col solo nome di battesimo, ma soprattutto perché lui aveva iniziato a fare riferimenti alla morte, a parlare di Gesù, del Salvatore, di lotte greco-romane e lei aveva iniziato ad avere paura a uscire da sola. Inizialmente nelle missive scriveva poesie, inviava disegni e bigliettini da visita di locali sparsi per la provincia e poco fuori, scriveva che si sarebbero incontrati ma alla quarta lettera la giovane, all’epoca studentessa, era andata in questura a denunciare.

All’epoca la vicina si era anche trasferita fuori regione ma a casa dei genitori, puntualmente ogni mese, arrivava una lettera. Dopo qualche anno però i pensieri, i racconti della sua quotidianità e le riflessioni avrebbero ceduto il passo ai riferimenti alla morte «l’amore che ci salverà e ci porterà alla morte», scriveva, e biblici parlando di Gesù, il Salvatore, «Cristo – spiegava – è chiamato anche il Messia, cioè Unto, cioè l’Olio, il liquido che i lottatori di lotta greco-romana si mettevano addosso per combattere e per far risaltare i muscoli. È la forza dell’uomo». Passava dal parlare di carità e pietà a parlare di vino e pane, alla giovane scriveva anche di un suo lavoro in una biblioteca, di un’eredità di 15 milioni di euro e delle opportunità di investimento vagliate.

L’avvocato Luca Sartini

La svolta ci fu quando nella busta delle lettere infilò anche una propria foto, il volto era quello di una persona sui 60 anni, la giovane la mostrò alla madre che in quel viso ci riconobbe quello di un vicino di casa. Dagli accertamenti eseguiti dalla polizia era emerso che era stato proprio lui l’autore delle lettere, l’uomo soffriva di depressione ed era in cura al Dipartimento di igiene e salute mentale dell’ospedale di Macerata. Accusato di atti persecutori il procedimento a suo carico finì all’attenzione del gup del Tribunale di Macerata Claudio Bonifazi che dispose una perizia affidando l’incarico allo psichiatra Gianni Giuli. Il professionista concluse che l’uomo, di 59 anni, al momento dei fatti aveva un’anomalia psichica tale da scemare grandemente la capacità di intendere e di volere ma che la sua pericolosità sociale poteva essere contenuta e compensata dal trattamento terapeutico ambulatoriale. Il suo difensore, l’avvocato Luca Sartini, aveva quindi chiesto di discutere il procedimento con rito abbreviato e ieri il giudice, anche in considerazione dell’esito della perizia, ha condannato l’imputato a quattro mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena.