Macerata

Macerata e i suoi rapporti con la Cina in un articolo dell’Economist

L’inviato John Hooper, in città a fine settembre su invito del rettore John McCourt per lo Humanities Festival, racconta le relazioni amministrative, accademiche e religiose con il gigante asiatico  

Immagine di repertorio (Photo credit pagina Facebook Istituto Confucio - Università di Macerata)

MACERATA – “The Economist”, prestigioso settimanale d’informazione politico-economica in lingua inglese, ha pubblicato in questi giorni un articolo interamente dedicato a Macerata e ai suoi rapporti amichevoli con la Cina germinati oltre 400 anni fa grazie all’opera di mediazione operata da padre Matteo Ricci. L’autore è John Hooper, che ha visitato la città a fine settembre su invito del rettore dell’Università di Macerata John McCourt per prendere parte al Macerata Humanitas Festival. 

«È una dimostrazione – sottolinea il rettore – di come manifestazioni come quella promossa dal nostro Ateneo consentano di creare occasioni di visibilità a livello nazionale e internazionale per l’intera città e orientano l’attenzione su alcuni punti di forza del nostro ateneo».  

A colpire il noto giornalista britannico, inviato da tanti anni di “The Economist” per l’Italia e la Città del Vaticano, e autore del libro “The Italians”, sono state le evidenti relazioni che ancora intercorrono tra la piccola città collinare – “A corner of Italy that is forever China”, ossia “un angolo dell’Italia che è da sempre Cina” – e il gigante asiatico, nonostante l’attuale diffidenza dell’Occidente verso la terra del dragone. 

Hooper descrive i legami, storici e attuali, a livello amministrativo, accademico e religioso, ricordando la figura del gesuita assurto a simbolo del dialogo tra Oriente e Occidente. Il giornalista, dopo averne intervistato il direttore Giorgio Trentin, evidenzia anche il ruolo dell’istituto Confucio dell’Ateneo, che è stato elevato dal governo cinese a modello come quello di Roma e che ogni anno propone approfondimenti culturali culminanti nella celebrazione del Capodanno Cinese. Hooper scrive, poi, dei legami tra il piccolo centro di appena 40 mila abitanti con Shanghai, una metropoli con 26 milioni di persone, e dei 300 studenti che frequentano l’Accademia di Belle arti. Racconta, infine, il ruolo della Diocesi maceratese, guidata dal vescovo Nazzareno Marconi, come ponte importante tra la Chiesa cattolica romana e i suoi esponenti in Cina. 

L’articolo è pubblicato online (https://www.economist.com/europe/2023/10/12/a-corner-of-italy-that-is-forever-china) e sulla versione cartacea europea con il titolo “The persistence of memory”.