Macerata

Macerata, prevenire la violenza e difesa personale: corso per 50 operatori sanitari

In due giorni i partecipanti hanno seguito sia lezioni teoriche sulla violenza e l'allentamento della tensione sia pratiche con un maestro di Kick Boxing e un istruttore Mga, Metodo globale autodifesa

MACERATA – Teoria ma anche tecniche per prevenire la violenza e, nel caso, difendersi. È stato questo il tema alla base del corso di formazione organizzato dall’Unità operativa governo clinico/ rischio clinico dell’Area Vasta 3, in collaborazione con il Servizio di prevenzione e protezione e con il medico competente che si è svolto all’ospedale di Macerata il 29 novembre e il 1° dicembre scorsi. Cinquanta sono stati gli operatori sanitari che hanno partecipato alle lezioni teoriche e pratiche per riconoscere ed evitare situazioni di pericolo sul lavoro.  

La violenza sugli operatori sanitari è considerata dal Ministero della Salute un evento di particolare gravità e già 15 anni fa ha emanato un’indicazione affinché le Aziende sanitarie, sulla base di una linea di indirizzo predisposta dallo stesso Ministero, adottino un percorso per la tutela della salute degli operatori stessi. Su questa scia si inserisce l’attività nella cui parte teorica, oltre alle relazioni dei dirigenti delle unità operative, ha registrato il contributo anche del direttore del Dipartimento di salute mentale, Nassini, che ha parlato di violenza e delle cause scatenanti, e della psicologa dello Spresal, Mazzoni, responsabile di uno sportello dedicato agli operatori sanitari per il contrasto allo stress correlato al lavoro che si è soffermata sulle tecniche di allentamento della tensione.

«Quasi sempre – evidenzia Mazzoni -, la violenza, limitata generalmente solo a comportamenti verbali (insulti o minacce), deriva da tensione o preoccupazione per lo stato di salute proprio o di un congiunto, aggravata spesso da lunghe attese. In questo contesto rabbia, frustrazione e paura possano sfociare in azioni di cui la maggior parte degli aggressori, successivamente, si pente. È importante dunque per gli operatori riconoscere precocemente i segnali di aumento della tensione in modo da intervenire, con la comunicazione verbale e non verbale, per bloccare la progressione dell’aggressività».

A destra il maestro Paolo Pesci e l’istruttore Roberto Rocchi

La novità di questa edizione, la prima dopo il Covid, è stata l’insegnamento teorico e la simulazione pratica di tecniche di autodifesa, con la collaborazione di un dipendente dell’Ufficio tecnico, Paolo Pesci, maestro di Kick Boxing della palestra Kick Boxing Macerata di Piediripa appartenente alla Federkombat, e dell’istruttore Mga (Metodo globale autodifesa) Roberto Rocchi della palestra Sirius di Monte San Giusto appartenente alla Fijlkam.

«Poiché non si può escludere che in alcuni casi l’aggressività verbale possa sfociare in violenza fisica – spiega l’istruttore Rocchi –, sono state illustrate, anche con simulazioni pratiche, tecniche che si possono definire di difesa passiva. Rimane sempre come obbligo etico per tutti gli operatori lo slogan “per prima cosa, non fare del male” (primum, non nocere) e pertanto le tecniche illustrate sono state orientate innanzitutto a come usare un linguaggio corporale per allentare la tensione ma sono state illustrate anche le modalità per sottrarsi ad eventuali contatti fisici, salvaguardando, oltre la propria incolumità, anche quella dell’aggressore. L’obiettivo – conclude – è quello di conoscere alcune tecniche al fine di evitare reazioni sbagliate che possano far progredire la situazione tensiva e scatenare azioni dannose». I partecipanti hanno apprezzato l’iniziativa sia negli aspetti di conoscenza teorica sia nelle dimostrazioni pratiche utili anche a superare le paure e l’impotenza che in certe situazioni vengono vissute dagli operatori.