MONTE SAN GIUSTO – Mancato avvio dei lavori di ricostruzione della casa di riposo, il consigliere di opposizione Andrea Salvatori incalza l’amministrazione. Il capogruppo di Azione Comune, infatti, chiede di passare «dalle parole ai fatti» visto che gli anziani, dopo cinque anni dal sisma sono ancora dislocati in tre diverse strutture.
«Sono consapevole di essere spesso ripetitivo negli argomenti che tratto e nelle posizioni che tengo ma, in questa politica di banderuole al vento, continuo a credere che la parola data ai cittadini sia ancora un valore – spiega Salvatori -. Per questo motivo, appena riprese le attività dopo la pausa natalizia, mi sono voluto sincerare che fosse stata posizionata la gru per l’avvio dei lavori alla casa di riposo come promesso dal sindaco Gentili e più volte rimarcato dal vicesindaco Bordoni in uno degli ultimi consigli comunali ma, come volevasi dimostrare, non è stata mantenuta la promessa di installare il carrello mobile prima della fine dell’anno e, purtroppo, ancora una volta devo constatare che continuano col gettare fumo negli occhi ai cittadini utilizzando la solita tecnica degli spot pubblicitari. Dopo più di cinque anni dal forte sisma e dopo averci annunciato che il finanziamento per il ripristino dell’intera opera sarebbe passato da 2,5 milioni a 2,8 milioni, è ora di mettere un punto fermo a questa questione e riportare la nostra struttura ad essere il fiore all’ occhiello di una volta».
Dopo l’aumento del finanziamento concesso dall’Ufficio Ricostruzione, passato appunto da 2,5 a 2,8 milioni, il Comune ha aperto ad ottobre la gara per l’affidamento dei lavori ed, entro fine anno, si sarebbe dovuto avviare il cantiere.
Ma nulla si è ancora mosso. «Vista la situazione ad oggi mi preme ricordare al sindaco e alla sua vice, dopo le dichiarazioni sulla stampa che avrebbero fatto rivedere il progetto alla soprintendenza per le ultime accortezze per poi fare il passo successivo affidando il progetto esecutivo alla stazione appaltante della Provincia per la gara di affidamento dei lavori – conclude Salvatori -, di smetterla con le parole e di passare ai fatti perché non é più ammissibile tenere gli anziani dislocati su tre strutture dopo essere stati, per ben tre anni, all’istituto Santo Stefano di Potenza Picena».