Macerata

Mega parco eolico a Caldarola, il sindaco: «Distruggerebbe il nostro territorio»

Grande successo per l'incontro pubblico a Caldarola per dire no al mega parco eolico. Il commento del sindaco Fabbroni

Giuseppe Fabbroni - sindaco di Caldarola
Giuseppe Fabbroni - sindaco di Caldarola (Fonte foto: Pagina Facebook Comune di Caldarola)

MACERATA – Il Comune di Caldarola è molto attivo per cercare di contrastare il progetto del mega parco eolico progettato da una multinazionale norvegese con sede in Italia, il quale dovrebbe vedere la luce a Montagna della Croce. Già nei primi mesi di questo 2025, l’amministrazione comunale del paese dell’entroterra maceratese, in consiglio comunale, aveva approvato la mozione all’unanimità.

Successo per l’assemblea pubblica “Eolico: a che prezzo? Informiamoci” che si è tenuta lunedì 7 aprile nella Sala Tonelli di Caldarola, organizzata dal Comune insieme al Comitato No Eolico.

A fare gli onori di casa il sindaco di Caldarola Giuseppe Fabbroni. Presenti inoltre Simone Vitaletti dei comitati territoriali riuniti di Sassoferrato e Fabriano e promotore TESS Marche, Aldo Cucchiaini delegato GRIG per la Regione Marche, Jacopo Angelini scrittore, faunista e storico dell’ambiente, Danilo Baldini ambientalista e delegato LAC per la Regione Marche ed infine Paolo Bonifazi ricercatore in ambito di fisica e neuroscienza, docente universitario e portavoce del comitato spontaneo di Rucce Viacce.

Il commento del sindaco Fabbroni

Il sindaco Giuseppe Fabbroni è stato molto soddisfatto per il riscontro avuto per l’incontro pubblico: «È andato molto bene, c’erano anche cittadini di località vicine ed il gruppo di volontari del TESS (Transizione energetica senza speculazioni), che hanno portato una serie di esperti per evidenziare tutte le controindicazioni del parco eolico in questo territorio».

Il primo cittadino di Caldarola non ha il minimo dubbio sulla direzione in cui bisogna andare: «Noi dobbiamo assolutamente scongiurare la presenza di un mega parco eolico nel nostro territorio perché esso non è adatto ad ospitare queste strutture. Prima di tutto, come ventosità anche a livello regionale, siamo di bassa ventosità. Loro quando hanno progettato questo impianto non hanno nemmeno fatto un’indagine di vento specifica sulle nostre montagne. Per noi – ha aggiunto – questo significherebbe distruggere l’ambiente, sono pale di oltre 200 metri, troppo invasive e pesanti per un territorio piccolo come il nostro, inoltre distruggerebbe tutto il paesaggio e la biodiversità della montagna su cui noi puntiamo per un rilancio economico e turistico».

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