«MILANO – “La calzatura alla prova del cambiamento“. Questo il titolo della tavola rotonda che si è svolta oggi, martedì 18 febbraio, al Salone internazionale del settore calzaturiero, promossa dalla Camera di Commercio delle Marche, Confindustria Centro Adriatico e Confindustria Macerata. Ospite d’onore il sottosegretario allo Sviluppo Economico Alessia Morani che si è impegnata a portare a Roma l’istanza marchigiana. La richiesta è di destinare una parte dei dei 500 milioni di euro messi in campo per la riduzione del costo del lavoro, al settore in crisi del Tac (Tessile, abbigliamento e calzaturiero) marchigiano.
Le parole chiave dell’incontro sono state formazione, tutela delle produzioni e concretezza. «Non promettiamo la luna, ma poche cose concrete, fattibili e realizzabili in tempi brevi», ha detto Morani, in linea con il presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini che chiede misure che durino nel tempo e reclama com prima cosa la tutela del Made in Italy. Sabatini inoltre ricorda come si debba fare i conti «con un territorio che presenta ben tre aree di crisi. E con un mercato anch’esso in crisi. Per uscire dall’impasse dobbiamo fare sistema, serve un patto tra di noi, istituzioni. Ma anche le imprese straordinarie del nostro territorio, imprese che comprensibilmente non hanno più fiducia nella politica, devono fare la loro parte. Come? Ad esempio, investendo in nuova managerialità. Le dimensioni non fanno la differenza: la fa il coraggio di aggredire il mercato attrezzati nel modo giusto e con quanto di innovativo questi nuovi tempi, difficili possono offrire».
È Giacomo Bramucci, presidente di Confcommercio Marche Centrali, a sottolineare la necessità di dare «sostegno alle progettualità che il tessuto economico marchigiano è in grado di esprimere, trovando punti, e luoghi di sintesi: la Camera di Commercio delle Marche, la sua Azienda Speciale per il comparto tessile, abbigliamento e calzatura rappresentano un’opportunità preziosa, che è stato complesso costruire e importantissimo mettere a frutto al meglio».
Al salone sono presenti 161 aziende marchigiane. Centosei le aziende che provengono dalle province di Fermo e Ascoli Piceno, 50 quelle dal maceratese; 5 quelle da Ancona e Pesaro-Urbino.