Macerata

Mirkoeilcane a Tolentino: «Tornerei a Sanremo solo se ci fosse più attenzione alla musica»

Mirko Mancini (classe '86) torna nel maceratese dopo che nel 2017 vinse la 28esima edizione di Musicultura: «Sono della Garbatella, ma amo le Marche». L'intervista

Mirkoeilcane nella foto di Simone Cecchetti (foto per gentile concessione ufficio stampa dell'artista)

TOLENTINO (MACERATA) – Festa della birra, è l’ora di Mirkoeilcane: si tratta di un ritorno in patria, per Mirko Mancini, romano della Garbatella (classe ‘86), che nel 2017 – oltre a comporre la colonna sonora del film ˊI Peggioriˊ di Vincenzo Alfieri – ha vinto la 28esima edizione di Musicultura con il brano ˊPer Fortunaˊ.

Ora, lo dicevamo, tornerà nel maceratese e precisamente a Tolentino, il 16 luglio (ore 21), al piazzale della piscina comunale (ingresso gratuito), per il tour estivo de ˊLa musica contemporanea mi butta giùˊ, il suo ultimo album di cantautorato ironico ed elegante, dodici tracce in grado di mettere in risalto le capacità di scrittura di un artista che negli anni ha saputo fare della parola una delle sue armi migliori, ottenendo riconoscimenti importanti come il premio della critica “Mia Martini” e quello per il miglior testo assoluto “Sergio Bardotti” per il brano “Stiamo tutti bene”, presentato nella sezione Nuove Proposte del 68° Festival di Sanremo, a cui poi è seguita la Targa Tenco 2018 per la “Miglior canzone”.

Mirkoeilcane nella foto di Simone Cecchetti (gentile concessione ufficio stampa dell’artista)

Prodotto artisticamente da Daniele Mafio Tortora, noto per il suo lavoro con artisti come Afterhours, Daniele Silvestri, Max Gazzè, Diodato e molti altri, il disco vede la partecipazione di due ospiti d’eccezione: Giobbe Covatta, nel brano “Secondo Giobbe”, un monologo tagliente, divertente e al contempo serio sulla religione e le sue incoerenze, e Daniele Silvestri, che oltre a prendere parte al featuring nel brano “Serie B” ha collaborato attivamente agli arrangiamenti e alla co-produzione del brano “In equilibrio”.

«Le dodici tracce del disco sono state selezionate tra circa 50 registrazioni vocali incomprensibili sul cellulare con sottofondo di traffico, brusio, onde del mare, silenzio notturno, elettrodomestici in funzione – riflette Mancini – Il computer e la produzione musicale arrivano alla fine. Prima, ho usato disegnini a matita e quaderni. Da musicista compulsivo quale sono – spiega – ho sempre gestito il processo creativo il più possibile da solo e per quanto riguarda ˊLa musica contemporanea mi butta giùˊ ho scelto di arrivare in solitaria fino alla scrittura delle canzoni e poi condividerne la parte successiva. L’arrangiamento e la produzione musicale sono stati affidati all’esperienza di Daniele Tortora che ha saputo ascoltare e comprendere le canzoni e le ha sapute trattare con i guanti. Menzione d’onore per Michele Valente, assistente di studio, professionale, gentile, pieno di idee e di pazienza».

Le canzoni del disco raccontano la quotidianità di noi obbiettivi e realisti esseri umani, lasciando l’indispensabile spazio a quella percentuale di astratto che ci tiene vivi tramite i sogni, l’arte, l’amore e la speranza. L’ironia è lo strumento utilizzato per trattare alcuni temi più delicati quali la religione e la pochezza di certe relazioni ai tempi di TikTok.

Mirko, per lei suonare nelle Marche è davvero un ritorno….
«Sì, un piacevole ritorno. Macerata, per me, è una seconda casa e quando posso torno nella vostra regione. Sa, io amo guidare e mi piace passare del tempo qui. Ho ricordi bellissimi di luoghi meravigliosi e di persone gentili».

Mirkoeilcane nella foto di Simone Cecchetti (gentile concessione ufficio stampa dell’artista)

Che concerto sarà quello di martedì 16?
«Sarà qualcosa di rock, siamo una chitarra elettrica e una batteria, quella di Alessandro Luccioli. Con lui, ci divertiamo, c’è intesa nel suonare, vedere un duo che suona è ciò che mi piacerebbe da spettatore. Da musicista, invece, è una delle possibilità che preferisco. Posso esprimermi sia con la chitarra che come cantante. È bello trasmettere il fatto che ci sia una parte musicale da poter ascoltare».

Davvero “ti butta giù la musica contemporanea”, parafrasando il suo ultimo lavoro?
«Direi di sì. E le spiego perché: la musica avrebbe diverse dimensioni, diverse destinazioni. Invece, si è arrivati a voler unificare a tutti i costi un centro della musica che poi non corrisponde alla verità. Questo voler celebrare alcune realtà musicali che piacciono ai giovanissimi non significa che queste siano a tutti gli effetti lo specchio della cultura del nostro paese. C’è poca eterogeneità non solo nella musica, ma nell’arte in genere. È tutto di nicchia rispetto alla trap».

Una curiosità: cosa significa Mirkoeilcane?
«Non si offenda, ma è un segreto».

Lei ha partecipato alle Nuove proposte di Sanremo 2018. Ci tornerebbe al Festival?
«Tornerei nell’eventualità in cui ci fosse un’attenzione alle canzoni. Mi era stato proposto di prendere parte alle ultime edizioni, ma bisognava far parte di un contenitore che non riguardava la musica. C’era tutto tranne che la ricerca di una canzone che potesse descrivere qualcosa di più importante dell’amore giovanile o delle turbe dell’adolescenza».

Quindi, tornerebbe a Sanremo o no?
«Se Sanremo si riprendesse il posto della canzone, tornerei volentieri. Se rimanesse il festival di Spotify, allora meglio di no».

Il nuovo album, 12 tracce: una selezione tra i rumori della città e del traffico.
«È stato un lavoro di ricerca, di totale rivisitazione di quelle che erano le mie idee. C’era la voglia di continuare una ricerca personale sulla musica, sui testi, su determinate tematiche. Ci sono canzoni che parlano di cose che mai avrei mai immaginato nel primo disco. Voglio celebrare la ricerca personale del proprio stile, senza per forza correre dietro al momento storico».

Ora un tour e poi? Cosa c’è nel suo futuro?
«Mi piace l’idea di suonare molto, credo che sia una delle funzioni principali di un certo tipo di musica. Lo stare faccia a faccia in una piazza, in un teatro, o in un bar. La funzione massima di una canzone si risolve quando c’è qualcuno che ti guarda mentre canti. Spero di suonare anche in inverno e poi, soprattutto, spero che si possano trovare più sbocchi, anche solo per cambiare un po’ alcune mentalità. Vede, sono un romantico che pensa che la musica sia ancora un ottimo veicolo per cambiare i tempi loschi in cui viviamo. Spero che sia un processo che continui ed egoisticamente – ride – spero anche di farne parte».

Lei è nato alla Garbatella, il rione dei ˊCesaroniˊ e della premier Giorgia Meloni. Cosa preferisce?
«Nessuna delle due. Ma se dovessi scegliere, direi la fiction (scherza, ndr)».

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