MACERATA- Morto dopo aver accusato un malore in carcere, oggi davanti alla Corte d’assise del tribunale di Macerata la testimonianza del medico legale e di un compagno di cella. La tragedia, i cui contorni sono ancora da chiarire, era avvenuta il 28 maggio 2021, nel carcere di Fermo. All’ora di pranzo, Lorenzo Rosati, detenuto di 50 anni, si era sentito male e i compagni di cella avevano chiamato i soccorsi. Il detenuto era stato portato nel
vicino pronto soccorso dell’ospedale Murri. Rosati aveva praticamente la milza spappolata e un’emorragia irreversibile. Nonostante i tentativi di rianimarlo, il 50enne era morto intorno alle 17.
Il 25enne Zudi Jasharovski, di origini albanesi, di San Severino, è stato accusato di aver colpito con un pugno e ucciso il compagno di cella.
Oggi in corte d’assise è proseguito il processo. Ascoltata la testimonianza del medico legale Cingolani, consulente della difesa, sentito anche come testimone del pm. «Cingolani ha fatto la sua relazione, la morte non sarebbe legata ad un pugno ma ad una caduta, con un braccio che gli è rimasto sotto il corpo» ha detto l’avvocato Vando Scheggia che insieme all’avvocato Marielvia Valeri difende l’imputato Jasharovski. In aula è stato sentito anche un compagno di cella, un magrebino. «Ha detto di aver visto Rosati a terra – ha spiegato l’avvocato Marco Melappioni, che assiste, insieme all’avvocato Marco Murru, i familiari di Rosati, la madre e i fratelli, che si sono costituiti parti civili al processo – ma non ha raccontato quanto accaduto prima». La prossima udienza è stata rinviata al 19 dicembre. Verranno sentiti l’imputato e anche il medico legale Roberto Scendoni.