CIVITANOVA MARCHE – Aveva esibito un attestato di frequenza a un corso di lingua italiana per ottenere la carta di soggiorno, ma quando i Carabinieri le hanno chiesto di compilare alcuni documenti non è stata in grado di leggere una sola parola di quanto aveva davanti. Nei guai sono finite le dirigente scolastica di un istituto scolastico, una docente e la donna, una cittadina cinese, che aveva ottenuto la certificazione falsa da cui risultava che avesse seguito le lezioni in presenza quando, in realtà, era ancora nel suo Paese. Questo quanto accertato dai Carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Macerata, a seguito di alcune indagini avviate dai militari di Civitanova Marche dopo una denuncia che segnalava la presenza di una lavoratrice irregolare in un attività commerciale della provincia.
Della vicenda sono stati informati anche i Carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro che hanno ricostruito come la donna, di etnia cinese, era stata assunta con un contratto part-time in qualità di addetta alle pulizie all’interno di un ristorante italiano di Civitanova, ma di fatto la veniva impiegata, quotidianamente, alle dipendenze di una parrucchieria di proprietà di una donna (anche lei cinese), sempre a Civitanova.
A quel punto sono scattati ulteriori approfondimenti e i militari hanno accertato che la donna, per ottenere la carta di soggiorno illimitata, aveva esibito, all’ufficio immigrazione della Questura di Macerata, un attestato di frequenza ad un corso di conoscenza di lingua italiana “l2” rilasciato da un istituto scolastico della provincia. Peccato che la donna, una volta convocata in caserma, al momento della compilazione dei moduli Covid non era in grado di leggerli e compilarli con le proprie generalità. A quel punto i militari hanno avviato un controllo anche nella scuola che le aveva rilasciato l’attestato.
Nel corso del controllo, i militari hanno sequestrato della documentazione utile a ricostruire i fatti e hanno accertato che la donna, durante la prima parte del corso di lingua italiana, contrariamente a quanto indicato e certificato nei registri di frequenza da parte della docente e dirigente scolastica, era risultata assente. Da quanto è emerso dalle indagini, infatti, la donna si trovava addirittura nel proprio paese di origine. Tale falsa attestazione è risultata essere di particolare gravità, considerato che la frequenza al corso è condizione indispensabile per il conseguimento del titolo, certificato necessario che costituisce documento indispensabile da consegnare al competente ufficio immigrazione per il rilascio del permesso di soggiorno illimitato.
Le indagini, coordinate dal pm Enrico Riccioni, si sono chiuse in questi giorni: la donna, la dirigente scolastica e la docente sono state rinviate a giudizio.