Macerata

Nuova discarica nel Maceratese, 20 sindaci dicono no. «Subito una nuova assemblea»

La richiesta è quella di annullare le delibere con cui l'Ata 3 ha dato il via all'iter per l'individuazione del nuovo sito, in attesa dell'aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti

MACERATA – La questione della realizzazione della nuova discarica provinciale, che dovrà sostituire quella in funzione a Cingoli oramai in via di esaurimento, continua a far discutere. I sindaci di 20 Comuni, infatti, hanno firmato la richiesta di convocazione, in tempi brevi, dell’assemblea dell’Ata 3 rifiuti per discutere dell’annullamento delle due delibere approvate dell’Ente (il 10 e 26 giugno 2020) con cui si è dato avvio alle procedure per l’individuazione della nuova discarica. «Questo alla luce di una serie di novità normative sopravvenute – spiega il sindaco di Recanati, Antonio Bravi, tra i primi promotori del documento – e della volontà della Regione Marche di procedere a un adeguamento e aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti, espressa con chiarezza nella delibera di giunta 160 del 22 febbraio 2021, che consigliano una sospensione dell’attività avviata e la ricerca di soluzioni alternative».

Oltre a Bravi, gli altri sindaci che hanno sottoscritto il documento sono quelli dei Comuni di Apiro, Camerino, Corridonia, Esanatoglia, Loro Piceno, Macerata, Matelica, Mogliano, Montecassiano, Montefano, Montelupone, Monte San Giusto, Monte San Martino, Petriolo, Pioraco, Pollenza, Sant’Angelo in Pontano, San Severino e Treia.

Nelle tre pagine del documento, i sindaci evidenziano anche alcune criticità nella gestione integrata dei rifiuti che devono imporre uno stop alle procedure in corso che riguardano appunto la nuova discarica. «Alla buona percentuale di raccolta differenziata – scrivono i sindaci – si devono segnalare alcune criticità, come l’insufficiente dotazione impiantistica per la valorizzazione delle frazioni raccolte in modo differenziato o da avviare a recupero; le basse prestazioni degli impianti di valorizzazione esistenti; l’eccessivo ricorso allo smaltimento in discarica come fase terminale del ciclo gestionale e la necessità di adeguare diversi sistemi di gestione delle attuali discariche alle più recenti normative in tema di emissioni e di gestione sostenibile».

Per tutte queste motivazioni e «per le enormi criticità rilevate nell’attuazione delle previsioni riportate nel progetto di individuazione delle aree ritenute idonee agli impianti di discarica», scrivono ancora i sindaci che chiedono di bloccare l’iter «senza generare nell’opinione pubblica ulteriori e più gravi contenziosi e scollamenti sociali».