Macerata

Omicidio di Alika: «Nessuna avance, né odio razziale, tutto per un’elemosina insistente»

Aggressione durata 3, 4 minuti. Lunedì 1agosto la convalida dell'arresto in carcere a Montacuto. Il mancato intervento dei presenti? «Una valutazione che resta nella soggettività del singolo»

CIVITANOVA – «È stato un omicidio determinato dai futili motivi, da una richiesta dell’elemosina particolarmente insistente». Così ha esordito oggi il vice questore aggiunto Matteo Luconi, capo della Squadra Mobile nella conferenza stampa organizzata per spiegare i dettagli dell’attività investigativa che ha portato ieri pomeriggio all’arresto del 32enne residente a Salerno per l’omicidio volontario e la rapina di Alika Ogorchukwu, l’ambulante 39enne di origine nigeriana.

Il commissario Mazza con gli agenti intervenuti

«Nel primo pomeriggio di ieri sono arrivate varie chiamate al 112 di persone che segnalavano una lite violenta tra due persone – ha aggiunto il dirigente del commissariato di Civitanova, il commissario capo Fabio Mazza –. Una pattuglia della Volante è intervenuta immediatamente, gli agenti (che oggi erano presenti in conferenza accanto al loro dirigente) hanno visto un soggetto allontanarsi e grazie a una persona che lo ha indicato come l’autore dell’aggressione lo hanno raggiunto e fermato». «A seguito dell’escussione dei testimoni che hanno assistito all’aggressione (da quanto emerso sono solo due, ndr), e della visione delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza – ha aggiunto Luconi – è stato possibile ricostruire che la vittima è stata prima colpita con la stampella, poi fatta cadere e poi finita, l’aggressore lo ha colpito ripetutamente con le mani dopo averlo tramortito, poi gli ha sottratto il cellulare».

Il vice questore aggiunto Matteo Luconi

Un’aggressione che per gli inquirenti – l’indagine è coordinata dal procuratore facente funzioni Claudio Rastrelli – è avvenuta in pochissimo tempo, tre o quattro minuti al massimo prima che il cuore di Alika smettesse di battere. Sulla circostanza che l’aggressore possa aver utilizzato tecniche MMA (arti marziali miste) nell’aggressione, gli inquirenti non hanno confermato né smentito, quello che invece hanno smentito categoricamente è che ci possa essere stato un qualche tipo di avances da parte della vittima nei confronti della compagna dell’aggressore. «Non c’è alcun elemento al riguardo – hanno puntualizzato –. Così come escludiamo connotazioni di odio razziale alla base dell’aggressione». Quel che gli agenti hanno ricostruito è che vittima e assassino si sono incontrati in corso Umberto più o meno all’altezza della stazione ferroviaria, lì ci sarebbe stata la richiesta di elemosina insistente, la compagna del 32enne si sarebbe allontanata, l’ambulante pure ma in direzioni opposte, poi, percorse alcune decine di metri, il 32enne avrebbe raggiunto la vittima e dopo averla colpita con la stampella che il 39enne usava per camminare lo aveva aggredito brutalmente.

Il 32enne che da ieri sera si trova in carcere a Montacuto dove lunedì prossimo si terrà l’udienza di convalida dell’arresto, non è stato sottoposto a controlli per accertare se avesse consumato alcol o droga, il giovane non ha precedenti penali così come la vittima. Agli ufficiali oggi è stata posta una domanda sul mancato intervento dei presenti per dividere il 32enne e il 39enne, «una valutazione che resta nella soggettività del singolo», è stata la risposta.