CIVITANOVA – Una perizia psichiatrica per accertare se al momento dell’aggressione mortale ad Alika Ogorchukwu, Filippo Ferlazzo fosse in grado o meno di intendere o di volere. Se il 32enne in carcere a Montacuto dal giorno del delitto (il 29 luglio scorso) è capace di partecipare coscientemente al procedimento e se è socialmente pericoloso. Sono questi i quesiti anticipati dalla Procura di Macerata nella richiesta di incidente probatorio inoltrata all’Ufficio del gip. Nelle prossime ore è attesa la decisione del giudice.
«La perizia psichiatrica servirà sicuramente ad accertare i fatti – ha commentato l’avvocato di Ferlazzo, il legale Roberta Bizzarri -. Si tratta di un accertamento importante che immagino verrà ammesso dal gip, se così sarà, sicuramente nomineremo un consulente di parte». La richiesta è stata formulata dal pubblico ministero titolare dell’indagine Claudio Rastrelli sulla base della documentazione medica (prodotta anche nell’immediatezza dei fatti dall’avvocato Bizzarri) da cui emerge che Ferlazzo è affetto da disturbo bipolare e disturbo borderline della personalità, disturbi psicotici e da alterazioni comportamentali. Più volte era stato ricoverato in comunità terapeutiche, da aprile del 2019 è sottoposto ad amministrazione di sostegno (la madre ne è l’amministratrice) e nel 2021 la commissione medica che lo ha visitato ha accertato un aggravamento della sua condizione riconoscendogli un’invalidità civile del 100%.
Il 23 e il 24 aprile scorsi Ferlazzo era andato al pronto soccorso per agitazione psicomotoria, il 29 luglio ha ucciso il 39enne nigeriano che in corso Umberto I aveva chiesto l’elemosina a lui e alla compagna in maniera particolarmente insistente, strattonando la compagna di Ferlazzo. Intanto dal carcere il 32enne salernitano ha chiesto, tramite il proprio legale, di poter implementare gli incontri in modo da avere più occasioni per parlare con la madre e con la compagna. Il gip Domenico Potetti ha accolto l’istanza disponendo 10 incontri al mese (prima ne erano sei).