Macerata

Omicidio di Pamela, archiviata l’indagine sui presunti complici di Oseghale

Fissata l'udienza d'appello bis che si terrà il 23 novembre prossimo. I giudici della Corte d'Assise d'Appello di Perugia dovranno decidere sulla sussistenza o meno dell'aggravante della violenza sessuale nei confronti del nigeriano

MACERATA – Per il gip del Tribunale di Macerata le indagini della Procura generale di Ancona sono state “esaustive ed approfondite”, archiviato il procedimento a carico di due gambiani di 23 e 27 anni indagati per concorso nell’omicidio di Pamela Mastropietro.

Da sx gli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi

Intanto, per il 23 novembre prossimo è stata fissata l’udienza di appello bis a carico di Innocent Oseghale, i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Perugia dovranno pronunciarsi sulla sussistenza o meno dell’aggravante della violenza sessuale sulla commissione dell’omicidio di Pamela, se questa dovesse venir meno l’assassino della 18enne romana (la Cassazione ne ha infatti confermato le responsabilità in merito all’accusa di omicidio, ndr) potrebbe ottenere uno sconto di pena (in primo grado era stato condannato all’ergastolo, pena confermata anche in Appello). A rimandare ai giudici umbri sono stati i colleghi di Cassazione il 23 febbraio scorso quando hanno accolto parzialmente il ricorso dei difensori del nigeriano, gli avvocati Umberto Gramenzi e Simone Matraxia.

L’avvocato Federica Nardi

Per quanto riguarda invece l’indagine sui presunti complici di Oseghale nell’omicidio commesso il 30 gennaio del 2018 nell’appartamento mansardato di via Spalato dove il nigeriano all’epoca viveva, ieri il giudice per le indagini preliminari Claudio Bonifazi ha sciolto la riserva notificando alle parti l’archiviazione del procedimento a carico dei due extracomunitari difesi dall’avvocato Federica Nardi. «Le indagini – scrive il gip – sono state esaustive ed approfondite e l’esito non concludente delle stesse, sotto il profilo della raccolta di elementi sufficienti per supportare un eventuale esercizio dell’azione penale nei confronti degli odierni indagati, non appare suscettibile di essere posto in discussione dalle diverse valutazioni espresse dalla difesa di parte opponente».

L’avvocato Marco Valerio Verni

Era stata la stessa Procura generale di Ancona a chiedere l’archiviazione ritenendo che non ci fossero elementi sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio, ma i familiari di Pamela, ritenendo ci fossero ulteriori margini di approfondimento, avevano presentato opposizione tramite lo zio della vittima, l’avvocato Marco Verni. Le loro argomentazioni proposte, però, saranno vagliate dalla Procura. Contestualmente all’archiviazione, infatti, il giudice Bonifazi ha disposto la trasmissione alla Procura della copia dell’atto di opposizione e delle memorie depositate dai familiari di Pamela a più riprese per le valutazioni di competenza. Si tratta di argomentazioni che i familiari hanno evidenziato e che riguardano «autonome denunce di reato – scrive il giudice – ovvero ad ulteriori elementi emersi e/o da rivalutare, secondo la tesi degli opponenti, per quanto riguarda le posizioni già archiviate» dei due iniziali coindagati oppure a carico di altre persone da identificare.