CAMERINO – La pandemia aveva rinviato ogni appuntamento fieristico e il Cibus 2021, che scatta da martedì 31 agosto al Centro Fiere di Parma, è il primo ad essere organizzato in presenza da quasi due anni.
Tra gli espositori c’è anche La Pasta di Camerino, che si presenta all’incontro con i buyer italiani e stranieri forte del primato di pasta secca all’uovo più venduta in tre regioni italiane: Marche, Toscana e Trentino. L’azienda presenterà anche le recenti innovazioni e gli aggiornamenti quali nuovi formati, nuovi prodotti, grafiche delle confezioni completamente rinnovate e pack 100% riciclabili.
«La nostra azienda si è sempre caratterizzata per il rispetto della ricetta tipica della tradizione – dice Federico Maccari, Ceo di Entroterra Spa – e infatti siamo gli unici ad utilizzare 8 uova per ogni kg di farina per tutta la nostra gamma di pasta all’uovo. Il nostro metodo di lavorazione è artigianale, figlio dell’antica tradizione dei nostri mastri pastai ma anche dell’aria pura dei Monti Sibillini con la quale la pasta viene essiccata a basse temperature, oltre che, della selezione dei migliori grani e uova italiane».
E ancora: «In questi anni abbiamo puntato sulla realizzazione di un prodotto di altissima qualità – dice il Ceo Maccari che guida l’azienda di famiglia – essendo tra i primissimi a utilizzare solo ingredienti 100% italiani e ancora gli unici a rendere sempre disponibile la tracciatura della filiera».
In un mercato nel quale il consumatore è sempre più attento a cosa acquista, «ritenevamo di aver puntato sulle leve giuste e i numeri confermano che i consumatori dimostrano interesse verso tutti i nostri formati».
La Pasta di Camerano è sul mercato anche con la pasta di semola, con la pasta di grano antico Hammurabi particolarmente adatta a chi è attento al proprio benessere e a chi fa sport e con la pasta al farro integrale Bio.
Fin qui le buone notizie. «Ci attendono tempi particolarmente difficili» anticipa Maccari, riferendosi ai timori per la redditività della propria azienda così come, inevitabilmente, anche quella di gran parte dei competitor. «Il costo del grano duro è in crescita costante e, entro fine anno, se le stime saranno confermate, praticamente sarà raddoppiato rispetto a 6 mesi fa a causa del calo dell’offerta dovuta agli scarsi raccolti in Canada e Stati Uniti. In un settore come questo con marginalità molto ridotte, si rischia di mettere in crisi soprattutto i produttori piccoli e medi come noi e un prodotto tipico del Made In Italy nel mondo».