CAMERINO – La recente maxi multa di un milione di euro ad una nota catena di supermercati per aver diffuso informazioni fuorvianti sull’origine del grano duro utilizzato nella produzione della pasta ha riproposto un tema molto importante che riguarda la consapevolezza di cosa il consumatore acquista.
Entroterra Spa produce nella città di Camerino in pieno cratere sismico pasta all’uovo, di semola e di grano antico Hammurabi commercializzata con il marchio La Pasta di Camerino non solo garantendo l’origine dei propri ingredienti 100% italiani «ma – ricorda Federico Maccari, ceo dell’azienda che ha chiuso il 2019 con 20milioni di fatturato confermando il trend di crescita – essendo gli unici a garantire la tracciabilità della filiera che è sempre a disposizione del consumatore».
Sull’etichetta delle confezioni, infatti, il “QRcode” consente di accedere a tutte le informazioni che riguardano l’origine del grano e delle uova, e informazioni precise sulla molitura. Il percorso è cominciato 3 anni fa con l’app Shazam che poi ha cambiato la policy e impedito la prosecuzione di tale attività.
«Garantire la filiera ha significato investire tanto sulla supply chain – insiste Maccari – perché ci crediamo. Il consumatore vuole essere consapevole di cosa compra e cosa mangia e solo una parte minoritaria dei consumatori fa scelte ormai esclusivamente legate al prezzo della confezione».
«Altri pastifici garantiscono il grano italiano ma nessuno ha voluto o potuto investire in un percorso che significa trasparenza massima, senza trucchi, e questo per noi è un motivo di distinzione dal resto dell’offerta e i consumatori ci stanno premiando. Episodi di cronaca come quelli citati, poi, rafforzano la nostra convinzione che la strada tracciata sia quella giusta». «Ciò significa anche – insiste Federico Maccari, imprenditore di seconda generazione – garantire agli agricoltori italiani il venduto a prezzi concordati assicurando lavoro a quelle aziende agricole e presidio del territorio».
“Grazie ai risultati incoraggianti del nostro export – conclude Maccari – portiamo il nome di Camerino, delle Marche e dell’Italia sulle tavole del nord Europa e della east coast statunitense. Ci stiamo affacciando sul mercato spagnolo e su quello brasiliano. Per ora circa il 20% della nostra produzione finisce sulle tavole non italiane ma c’è margine per crescere».