Macerata

Il dem Micucci sulla riforma della sanità: «Avessimo introdotto noi le coop, si sarebbero stracciati le vesti»

L'ex consigliere regionale si scaglia contro l'attuale maggioranza in Regione criticando alcuni aspetti della riforma sanitaria approvata lo scorso agosto

La seduta celebrativa del consiglio regionale sui 50 anni della Regione Marche

CIVITANOVA MARCHE- «Le coop in ospedale: se lo avesse fatto la sinistra il centrodestra si sarebbe stracciato le vesti. E invece ora tutti tacciono». A parlare così è Francesco Micucci, capogruppo Pd in Consiglio comunale a Civitanova e ed ex consigliere regionale nel quinquennio della Giunta Ceriscioli.

Micucci si scaglia contro l’attuale maggioranza che governa la Regione, criticando la nuova riforma della sanità approvata dal centrodestra. Si tratta della proposta di legge 128 sulla riorganizzazione del servizio sanitario regionale, votata a maggioranza dall’Assise lo scorso agosto. «Detto che della pioggia di milioni di euro promessa per l’ospedale e la sanità civitanovese ancora non vi è traccia, purtroppo la situazione per sanitari e pazienti non è migliore – sbotta Micucci – . Continua la moria (metaforica) di medici ospedalieri e del territorio, tanto che gli illuminati amministratori regionali sono ricorsi alle coop private».

Il politico del Pd fa riferimento alle passate scelte del centrosinistra quando era alla guida della Regione: «E’ una cosa che non si era mai vista nella Marche e a Civitanova in particolare, neanche quando la giunta di sinistra era quotidianamente criticata dagli allora sindaci Saltamartini, Marinelli, Pasqui, Ciarapica e compagnia cantando, accusata di privatizzare la sanita pubblica. Non oso immaginare se fossero stati i sinostroidi mangiabambini a far entrare le coop rosse in ospedale cosa sarebbe successo: la rivoluzione. Oggi tutto tace. Anzi, è proprio l’allora pasionaria sindacalista Corsi a firmare il suo assenso all’operazione».

Mancano i medici in corsia. «Ma una domanda sorge spontanea – prosegue – : perché se il pubblico non riesce a trovare i medici, i privati invece riescono a coprire tutti i turni richiesti? Sarà forse perché, ad esempio, un turno ospedaliero di Pronto Soccorso viene pagato alle coop più del doppio di quanto viene pagato un medico pubblico? Ammesso che venga risolta cosi l’emergenza, dove porterà questa scelta? Molti giovani medici saranno spinti a farsi assumere dal privato piuttosto che verso il pubblico, visto che a parità di servizio le condizioni economiche sono migliori. La carenza di medici sarà quindi destinata ad aumentare. La sensazione è che dietro questa scelta ci sia una precisa volontà politica di spingere verso il modello-Lombardia. Una volontà emersa anche dalla ricerca di dirigenti amministrativi provenienti da quella regione. Questa è la politica sanitaria che oggi portano avanti i vertici regionali e che porterà anche l’ospedale di Civitanova a perdere colpi, tutto nel più totale silenzio della politica locale. Dove sono il sindaco Ciarapica ed il consigliere Borroni, sempre in prima fila in passato a puntare il dito ed oggi ben coperti ed allineati sulle scelte regionali?».

Non è semplice prenotare una visita in tempi rapidi: «Nel frattempo l’ospedale soffre carenze di personale e di organizzazione, se si pensa che prenotare una visita oggi è una missione che manco Indiana Jones e che ancora oggi i poveri pazienti del pronto soccorso sono abbandonati a loro stessi in attesa di un posto letto nei reparti e senza la possibilità di una assistenza familiare, perché “c’è il covid”, la foglia di fico per tutte le inadempienze – conclude – . Come se fuori dall’ospedale fossero tutti rinchiusi e protetti e il povero paziente fosse l’unico untore».