MACERATA – Sarebbe stata una sorta di ossessione e di controllo nei confronti della ex insegnante di sostegno a spingere una 24enne a perseguitare sia l’ex docente sia la figlia. Oggi la giovane ha patteggiato un anno di reclusione, pena sospesa. Il consulente della Procura aveva rilevato una parziale capacità di intendere e di volere. I fatti finiti questa mattina all’attenzione del giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Macerata Claudio Bonifazi e del pubblico ministero Enrico Riccioni risalgono al periodo compreso tra il 2019 e marzo del 2021, ovvero dopo che l’insegnante di sostegno della giovane era andata in pensione.
Secondo la ricostruzione accusatoria la 24enne avrebbe sviluppato una sorta di ossessione per la sua ex insegnante che sarebbe sfociata in una vera e propria persecuzione. Per la Procura, la giovane avrebbe inviato all’ex docente numerosi messaggi sia su WhatsApp, sia tramite messaggistica tradizionale. Numerose sarebbero state anche le telefonate mute effettuate usando anche altri cellulari, ma poi la studentessa se la sarebbe presa anche con la figlia dell’ex insegnante a cui avrebbe rivolto insulti e minacce.
Le minacce sarebbero state di “fargliela pagare” a mamma e figlia ma anche più gravi come «Dovete prendere fuoco». Per gli inquirenti la studentessa avrebbe tentato più volte di accedere negli account delle vittime che alla fine, traumatizzate, si erano rivolte a una psicologa e al Centro antiviolenza. Ancora, commenti diffamatori sarebbero stati scritti su Facebook e Instagram, non solo sui profili personali delle donne. Dopo la denuncia, avvenuta a gennaio dello scorso anno, durante le indagini la Procura affidò l’incarico allo psichiatra Marco Ricci Messori per effettuare una perizia sull’indagata e il professionista concluse rilevando una parziale capacità di intendere e di volere.
Questa mattina le persone offese si sono costituite parte civile con l’avvocato Olindo Dionisi, mentre il legale della 24enne, l’avvocato Sonia Savi, ha chiesto preliminarmente al gup di disporre una perizia d’ufficio ma il giudice non ha accolto la richiesta, poi ha chiesto e concordato con il pm un patteggiamento a un anno di reclusione, pena sospesa, per i reati di stalking e diffamazione.