È stato approvato ieri (giovedì 6 febbraio), dal Gruppo di Coordinamento e Controlli, il Piano di Riconversione e Riqualificazione Industriale dell’area di crisi fermano-maceratese. A breve arriverà anche la stipula dell’accordo di programma.
A darne notizia sono il consigliere regionale Fabrizio Cesetti, il presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari e il presidente della Provincia di Fermo Moira Canigola. La riunione conclusiva si è svolta appunto ieri nella sede del Ministro dello Sviluppo Economico a Roma.
Un intervento necessario e richiesto dalle istituzioni sin dal 2019, che ha lo scopo di far emergere i fabbisogni di investimento delle imprese dell’area e individuare le aree su cui localizzare gli interventi. Una “battaglia” portata avanti in questi anni dai rappresentati locali per rilanciare le opportunità occupazionali e valorizzare le potenzialità dell’area del distretto fermano-maceratese.
«Il lungo ed efficace percorso, costruito con il Mise e con il territorio oltre che con il supporto di Invitalia, mette a disposizione dell’area strumenti per l’ampliamento e la diversificazione produttiva delle imprese esistenti, per la tutela ambientale, per l’innovazione di prodotto, per quella organizzativa e commerciale e per la digitalizzazione dei processi aziendali – hanno spiegato all’unisono Cesetti, Pettinati e Canigola -. Il Piano permette anche di contrastare il precariato favorendo il lavoro stabile e la formazione continua; un progetto ambizioso per la cui realizzazione la Regione Marche ha messo a disposizione circa 15 milioni di euro».
Durante l’incontro il Mise ha stanziato ulteriori 15 milioni di euro a valere sulla legge 181 (quella relativa alle aree di crisi industriale, ndr) per i progetti di impresa di dimensioni finanziarie superiori a un milione di euro. Ministero e Regione inoltre hanno concordato l’impegno di incrementare le risorse nel caso in cui, all’esito dell’istruttoria, dovesse emergere la necessità di finanziare progetti per un importo superiore.
Oltre alle risorse per le imprese e per i lavoratori ci saranno anche i fondi per il sostegno al reddito dei lavoratori dopo che la legge di bilancio 2020 ha incluso l’area di crisi fermano-maceratese tra quelle che possono usufruire dei benefici dell’art. 44 comma 11, bis del d.lgs. 148/2015 (ulteriore intervento di integrazione salariale straordinaria, sino al limite massimo di 12 mesi per ciascun anno di riferimento e fino a un massimo di spesa, alle imprese operanti in un’area di crisi industriale complessa, ndr.). «Siamo ottimisti sul fatto che venga accolta una nostra specifica richiesta di integrazione all’utilizzo di questi fondi anche per la proroga della Naspi», l’indennità mensile di disoccupazione.
Per quanto riguarda le infrastrutture individuate nell’istanza e recepite nel Prri con l’aggiunta degli interventi per la difesa della costa, non essendosi ancora concluso il confronto tecnico politico con i ministeri competenti sulle priorità da realizzare nell’area e sulle modalità di esecuzione, il Prri rinvia alla costituzione di un tavolo istituzionale e ad un addendum all’Accordo di programma. «Questo perché – spiegano i rappresentati istituzionali – la progettualità per le imprese sottesa alla strategia dell’area di crisi non può essere ulteriormente ritardata dagli atteggiamenti del Mit e del Mattm che fanno fatica ad assumere impegni precisi e a produrre fatti nei confronti del territorio. Fatti assolutamente necessari e urgenti in quanto, come più volte ribadito, senza un accordo sulle misure infrastrutturali da realizzare, con la precisa indicazione degli impegni finanziari anche dei ministeri competenti, qualsiasi strategia perderà di credibilità ed efficacia, in quanto carente di una delle leve necessarie su cui puntare per attrarre investimenti e rilanciare l’area di crisi».
Si attende ora la firma dell’accordo di programma, «il cui schema il Mise si è impegnato a trasmettere entro il 14 febbraio 2020 e, all’esito, verranno emanati i relativi bandi nazionali e regionali con l’individuazione delle misure per le imprese e i lavoratori».