PORTO RECANATI – Un residente lo aveva visto, dodici clienti lo hanno incastrato: pusher di eroina condannato a sei anni, la Procura ne aveva chiesti nove. Un 39enne di origine pakistana è stato condannato a sei anni di reclusione dal giudice del Tribunale di Macerata Federico Simonelli che ieri pomeriggio 30 giugno, all’esito della discussione e della successiva camera di consiglio, ha letto il dispositivo. Secondo l’accusa, sostenuta in aula dal pubblico ministero Francesca D’Arienzo, l’extracomunitario si sarebbe reso responsabile di plurimi episodi di spaccio, soprattutto di eroina avvenuti a Porto Recanati tra giugno del 2018 e aprile del 2019. L’indagine è stata condotta dai carabinieri del Norm della Compagnia di Macerata che, coordinati dal sostituto procuratore Enrico Riccioni, hanno accertato la cessione di 355,4 grammi di stupefacente, di cui 295,4 grammi di eroina, 40 di marijuana e 20 di hashish. Per gli inquirenti l’intera attività di spaccio avrebbe fruttato al pakistano 12.960 euro.
L’attività investigativa era partita dopo la segnalazione di un portorecanatese che aveva notato una persona sospetta, il residente aveva quindi chiamato il 112 riferendo ai carabinieri luogo, orario e descrizione del possibile spacciatore. Era il 9 marzo 2019. I militari raggiunsero il posto indicato e appurarono che il pakistano aveva ceduto una dose di eroina di 0,8 grammi a un giovane. L’acquirente fu sentito e riferì che erano già tre mesi che si riforniva da “Samir”. L’extracomunitario fu tenuto d’occhio e dopo sette giorni fu sorpreso a spacciare un’altra dose di eroina. Anche quella volta i militari agirono in via indiretta: sentirono il cliente che raccontò di aver acquistato da “Samir” eroina da giugno dell’anno precedente. L’attività di osservazione a quel punto fu affiancata da un parallelo accertamento tecnico dei tabulati telefonici dai quali i militari riuscirono a individuare altri nove possibili acquirenti: sentiti, tutti hanno confermato, fornendo date e specificando i quantitativi, di aver preso droga dall’extracomunitario che per qualcuno era conosciuto come “Samir” per qualcun altro solo come “Ali”. Finito sotto processo, ieri la discussione e la condanna.