PORTO RECANATI – Avrebbe chiesto una decina di euro di bibite pagandole con 100 euro falsi, in due occasioni avrebbe ottenuto il resto per poi allontanarsi, alla terza l’esercente si era accorta della contraffazione e aveva chiamato i carabinieri. Adesso una 44enne originaria di Cerignola deve rispondere di due episodi di truffa e spendita e introduzione di monete falsificate consumati e un episodio in cui i due reati sono tentati.
I fatti contestati risalgono ad agosto del 2020 (ora invece si è aperto il processo a carico della donna davanti al giudice del Tribunale di Macerata Vittoria Lupi e al pubblico ministero Rocco Dragonetti). In base a quanto accertato nel corso delle indagini dai carabinieri della Compagnia di Civitanova coordinati dal pubblico ministero Enrico Barbieri, il primo episodio risale alla sera del 19 agosto 2020 quando la donna era entrata a orario di chiusura in una pizzeria a Porto Potenza chiedendo 12 brick di thè. Il gestore che in quel momento stava pulendo il locale, aveva servito la donna che aveva pagato 12 euro con una banconota da 100 e una moneta da 2 e dopo aver ottenuto 90 euro di resto si era allontanata frettolosamente. Era stata proprio quella fretta a insospettire il commerciante che aveva controllato la banconota accorgendosi che era falsa. Il giorno dopo l’uomo andò dai carabinieri a denunciare il fatto.
Otto giorni più tardi da uno stabilimento balneare di Porto Recanati arrivò la segnalazione ai carabinieri di una donna che aveva cercato di pagare delle bevande usando una banconota falsa (sempre da 100 euro). La donna fu condotta in caserma per gli accertamenti del caso e fu riconosciuta anche dai militari che stavano indagando sulla precedente truffa e che avevano visionato i filmati registrati dal sistema di videosorveglianza interno della pizzeria di Porto Potenza. Successivamente emerse che la 44enne avrebbe utilizzato lo stesso modus operandi per compiere un’altra truffa in una pizzeria di Porto Recanati. La prossima udienza si terrà a maggio 2024 quando saranno sentiti i primi testimoni dell’accusa.