Macerata

Potenza Picena, investì fatalmente Massimiliano Biagioli: a processo un 37enne

L'incidente avvenne la sera del 3 agosto 2021 a Porto Potenza. La vittima, un 43enne anconetano che stava andando a trovare un amico, morì sul colpo. L'automobilista è accusato di omicidio stradale

Massimiliano Biagioli
Massimiliano Biagioli

POTENZA PICENA – Era la sera del 3 agosto scorso. Massimiliano Biagioli, 43enne anconetano, stava raggiungendo a piedi un amico che era in vacanza al camping Regina. Stava camminando lungo la Statale 16 quando, all’altezza del km 331, in prossimità dell’ingresso del camping, fu investito da una Seat Ibiza guidata da un giovane del posto di 36 anni che procedeva in direzione di Porto Recanati. L’impatto fu tremendo, il quarantatreenne fu caricato sul cofano, urtò con violenza contro il parabrezza dell’auto, infrangendolo, e fu sbalzato sull’asfalto riportando lesioni fatali, in particolare un gravissimo trauma cranico e toracico. Morì praticamente sul colpo.

A meno di un anno dal tragico incidente il pubblico ministero titolare del fascicolo, Claudio Rastrelli, ha chiesto il rinvio a giudizio per il reato di omicidio stradale per l’automobilista, oggi 37enne. L’udienza preliminare a suo carico si terrà il prossimo 20 luglio. «Nulla e nessuno, purtroppo, potranno riportare indietro Massimiliano Biagioli – evidenzia in una nota lo Studio3A-Valore S.p.A, a cui i familiari di Biagioli si sono affidati –, ma i suoi cari potranno quanto meno ottenere un po’ di giustizia».

«Massimiliano ha lasciato un dolore immenso. Il papà e la sorella – che per essere supportati, attraverso il consulente legale Andrea Polverini, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha già chiuso la questione risarcitoria con la compagnia di assicurazione della vettura per i propri assistiti – sono stati risarciti. Ora però – continua la nota – i congiunti della vittima si aspettano una risposta dalla giustizia penale, anche per chiudere definitivamente il doloroso capitolo giudiziario di una ferita che per il resto non si rimarginerà mai».