Macerata

Potenza Picena, va a casa dalla compagna, ci trova un uomo e lo prende a sprangate: condannato

Accusato di lesioni aggravate, l'imputato, un 36enne albanese, ha nel frattempo risarcito la vittima, un 48enne italiano, con 25.000 euro. Oggi la pena inflitta è stata di cinque mesi

Il tribunale di Macerata

POTENZA PICENA – Da qualche tempo vivevano separati, si erano presi un periodo di “prova” dopo circa nove anni insieme, ma una sera, insospettito dalle risposte di lei, si era presentato a casa (sua dove era rimasta a vivere lei) a controllare e lì aveva trovato un altro uomo: dopo uno scambio di parole era scattata la violenza. Preso a sprangate sul tronco e sulla testa, l’ospite scappò ma fu subito portato in ospedale ad Ancona e operato d’urgenza con una prognosi iniziale di 90 giorni. Oggi l’aggressore, un 36enne di origine albanese (che nel frattempo ha risarcito la vittima, un 48enne italiano, con 25.000 euro) è stato condannato a cinque mesi di reclusione.

Il fatto risale alla sera del 24 marzo del 2018. All’epoca la compagna dell’imputato, una giovane sudamericana, aveva invitato l’italiano a mangiare una pizza da lei, ma nel corso della serata il 36enne aveva mandato dei messaggi alla fidanzata, ricevendo delle risposte che lo avevano insospettito, così decise di andare nella sua abitazione per controllare. Erano le 23.30. In base a quanto ricostruito dall’accusa, oggi sostenuta in aula dal pubblico ministero Emanuela Bruno, arrivato a casa l’imputato aveva trovato un altro uomo. Tra i due sarebbe nata un’accesa discussione: «Cosa fai a casa mia? Vattene immediatamente, vergognati, hai una moglie e un figlio», gli avrebbe urlato il 36enne. «Prenditela con lei», gli avrebbe risposto l’altro prima di essere spinto fuori casa.

Poi l’aggressione: il 36enne aveva afferrato un tubo di metallo e aveva colpito il suo rivale alla testa. Per la difesa, sostenuta in aula dall’avvocato Piergiorgio Moretti, il colpo al capo sarebbe stato involontario. La vittima però finì in ospedale con un trauma cranico e una frattura delle ossa del cranio con necessario intervento chirurgico d’urgenza e una prognosi iniziale di 90 giorni. Questa mattina in aula sono stati sentiti tutti e tre: l’imputato, la giovane e la vittima, ognuno ha dato la propria versione di quella serata: l’imputato ha detto di non aver colpito volontariamente l’italiano alla testa, lei ha detto di aver avuto paura e la vittima ha negato che ci fosse stato un rapporto tra lui e la sudamericana. Poi la discussione.