MACERATA – Ha ammesso di aver spacciato cocaina, ma solo perché aveva perso il lavoro da giardiniere. Si è giustificato così davanti al giudice il 25enne albanese finito ai domiciliari sabato scorso.
Difeso dall’avvocato Vando Scheggia, martedì il giovane è comparso davanti al gip Claudio Bonifazi per l’interrogatorio di garanzia. «Facevo lavori di giardinaggio in nero, poi ho perso il lavoro e ho iniziato a spacciare», ha ammesso al giudice. Il giovane era stato arrestato dai carabinieri di Numana in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Macerata su richiesta della procura. L’indagine era stata condotta dagli stessi carabinieri numanesi che avevano ricostruito un’intensa attività di spaccio di cocaina posta in essere dal giovane che vive a Porto Recanati.
In totale, per gli uomini dell’Arma, da aprile del 2018 fino allo scorso giugno, il 25enne avrebbe spacciato 1.300 dosi dello stupefacente per un totale di circa un chilo di cocaina. Il prezzo “al dettaglio” era di 100 euro al grammo e il giro d’affari stimato dagli inquirenti sarebbe stato di circa 82.000 euro. Da quanto emerso, i clienti dell’albanese erano per lo più giovani tossicodipendenti della riviera del Conero e della Val Musone.
Lo smercio avveniva soprattutto in località Scossicci, nelle vicinanze di locali pubblici o per strada. I carabinieri avevano controllato gli spostamenti degli acquirenti e di persone appartenenti a una rete di spacciatori di cocaina che si muovevano tra Porto Recanati e le zone limitrofe, sequestrando anche diverse dosi agli assuntori che, come accade in questi casi, sono stati segnalati alla prefettura.