CINGOLI – Dopo l’arresto del 19enne di Filottrano che per gli inquirenti avrebbe messo a segno la rapina ieri al negozio Sinergy di Cingoli, adesso gli investigatori sono impegnati nella ricerca dei due iPhone 14 sottratti dal negozio di elettrodomestici e telefonia di via Santa Sperandia, in pieno centro, e della pistola giocattolo utilizzata dal giovane per mettere a segno il colpo. Il 19enne, che si trova in carcere a Montacuto con l’accusa di rapina aggravata, lunedì mattina comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Macerata Claudio Bonifazi per la convalida dell’arresto. È difeso dall’avvocato Paolo Marchionni e in quella circostanza potrà decidere se rispondere alle domande del giudice oppure restare in silenzio. Oggi, quando alle tre di mattina i carabinieri della Stazione di Cingoli gli sono piombati in casa, ha deciso di non dire nulla né su dove fossero i cellulari (due iPhone 14 del valore complessivo di 4.000 euro) né su dove avesse nascosto la pistola.
In base a quanto finora ricostruito il colpo è stato messo a segno verso le 19.30 di ieri. Mancava circa mezz’ora alla chiusura quando in negozio è entrato un giovane magro e alto vestito di nero con uno scaldacollo tirato su a coprirne il viso e un cappello da baseball. Stringeva una pistola tra le mani quando, entrando nel locale, ha esploso un colpo creando il panico (in quel momento nel negozio c’erano due clienti e il figlio del titolare). Si è diretto dritto verso la bacheca dove ci sono i telefoni cellulari, ha spaccato il vetro dell’espositore con il calcio della pistola e ha preso i due iPhone più costosi per poi scappare a piedi. Immediatamente è scattato l’allarme, sul posto si sono precipitati i carabinieri della locale Stazione insieme al loro comandante, il luogotenente Umberto Paglioni, e poco dopo in supporto sono intervenuti anche i colleghi della Sezione operativa del Norm. Nell’immediatezza, il comandante Paglioni ha iniziato a ricostruire l’accaduto tracciando una possibile pista investigativa sulla base delle immagini registrate dalle telecamere poste all’interno del negozio (dalle quali si vedevano le fattezze del rapinatore e gli abiti indossati) e delle dichiarazioni del figlio del titolare.
A lui i militari hanno chiesto se avesse già visto una persona simile e se quel giorno o nei giorni precedenti avesse notato qualcosa di strano. Dalle prime dichiarazioni sono iniziati a venir fuori elementi importanti: alcune ore prima della rapina infatti il figlio del titolare aveva notato due ragazzi, di cui uno giovanissimo, che erano entrati per vedere i cellulari esposti e poi erano andati via. I militari hanno quindi voluto vedere anche quei filmati, notando che uno dei due ragazzi indossava abiti simili a quelli del rapinatore, anche le fattezze erano simili. Poi un altro elemento, apparentemente bizzarro, ha invece messo i militari sulla strada giusta: mezz’ora circa dopo la rapina, in negozio era arrivata una telefonata strana, un ragazzo chiedeva se qualcuno avesse rubato dei cellulari. Per i carabinieri quel particolare andava approfondito subito: tramite i tabulati telefonici sono riusciti a risalire all’autore della chiamata, un minorenne di Filottrano che quel pomeriggio era andato con l’amico al Sinergy a vedere i cellulari in vendita. Ai militari l’adolescente avrebbe detto che c’era l’idea di rubarli ma poi lui si era tirato indietro e non sapeva se l’amico avesse desistito o no. I militari guidati dal luogotenente hanno raggiunto l’abitazione del 19enne. Erano ormai le tre del mattino. La madre avrebbe esortato il figlio a spiegare che cosa era successo ma lui si sarebbe chiuso nel silenzio, rifiutandosi di collaborare. Ora è in carcere, passerà due notti in cella prima di essere accompagnato in Tribunale, lunedì, per la convalida.