Macerata

«Rapinarono un 19enne a San Severino». A processo due giovanissimi

Per la Procura al pestaggio parteciparono in cinque: oltre ai due imputati di 20 e 22 anni anche due minorenni per i quali procede il Tribunale competente e un terzo maggiorenne che ha già patteggiato. La difesa: «Sono intervenuti solo per dividere gli altri»

SAN SEVERINO – A 19 anni era stato pestato con una spranga di metallo e gli erano stati portati via un monopattino elettrico, lo zaino e altri accessori. Per quell’aggressione oggi si è aperto il processo a carico di due giovanissimi, un settempedano di 20 anni e un albanese residente a Treia di 22 anni. Le accuse sono di rapina, lesioni e porto di manganello, il 20enne deve rispondere anche di detenzione di circa 7 grammi di marijuana e di un proiettile calibro 9×19 parabellum. Il legale del 20enne, l’avvocato Paolo Rossi respinge gli addebiti: «Non c’è stata alcuna premeditazione, né una spedizione punitiva. Sono intervenuti solo per dividere gli altri».

L’avvocato Paolo Rossi

La vicenda risale al 28 agosto dello scorso anno quando ai carabinieri arrivò la segnalazione di alcuni passanti che dissero di aver visto cinque ragazzi aggredire un giovanissimo a San Severino. Sulla vicenda indagarono i carabinieri della Compagnia di Tolentino che al termine di mirate indagini riuscirono a individuare i cinque presunti responsabili: due minorenni per i quali procede il Tribunale competente, un giovane che nel frattempo ha patteggiato la pena in fase di indagini preliminari e i due giovani che oggi hanno 20 e 22 anni.

Questa mattina si è aperto il processo a loro carico dinanzi ai giudici del Tribunale di Macerata in composizione collegiale (presidente Andrea Belli) e al pubblico ministero Stefania Ciccioli. La prossima udienza è stata fissata al 26 settembre quando sarà sentita la persona offesa che oggi si è costituita parte civile con l’avvocato Ilenia Catalini e tre carabinieri che hanno eseguito le indagini.
«Non c’è stata alcuna spedizione punitiva», ha puntualizzato a margine dell’udienza l’avvocato Paolo Rossi. Secondo la difesa quella sera i cinque dovevano andare a cena a casa del 20enne, uno dei minorenni doveva incontrare la persona offesa e gli altri gli avevano dato un passaggio, poi però era scoppiata una lite a cui avrebbero partecipato l’altro minorenne e il giovane che ha patteggiato. «Gli altri due erano intervenuti solo per dividerli», ha aggiunto il legale.