MACERATA – «Ero disperato, avevo bisogno di soldi». Si è giustificato così davanti ai carabinieri il 30enne maceratese che il 17 luglio scorso aveva chiamato gli stessi militari per denunciare di essere stato vittima di una rapina. In realtà si era inventato tutto e per lui è scattata una denuncia a piede libero per simulazione di reato e appropriazione indebita aggravata.
La vicenda risale a poco più di due settimane fa quando l’uomo, un trentenne responsabile di due distributori di carburante, denunciò di essere stato rapinato da tre uomini in sella a moto da motocross. Ai militari delle Stazioni di San Ginesio e di Belforte del Chienti disse che quel giorno stava percorrendo in auto la strada provinciale tra Cessapalombo e San Ginesio quando verso le 10.15 tre moto lo avevano superato e costretto a fermarsi. I tre si sarebbero avvicinati tenendo i caschi in testa e senza mostrare armi lo avevano convinto a consegnare la borsa al cui interno c’era l’incasso dei self-service dei due distributori di cui è responsabile: 20.000 euro. Già il 23 dicembre 2019 aveva denunciato di essere stato vittima di una rapina simile, quella volta aveva con sé circa 15.000 euro.
Dopo le denunce i carabinieri della Compagnia di Tolentino, guidata dal capitano Giacomo De Carlini, coordinati dal sostituto procuratore Enrico Riccioni, avevano avviato mirate indagini che hanno portato a ritenere che il giovane avesse simulato i reati. Nelle scorse ore, al termine degli accertamenti, il 30enne è stato interrogato insieme al suo avvocato Alessandro Marcolini, e ha deciso di ammettere le proprie responsabilità. Ha confessato di essersi inventato tutto e di essersi impossessato delle somme di denaro convinto di poter fare fronte, in questo modo, ai numerosi gravami economici che lo avevano stretto nella disperazione.
Il legale ha spiegato che si è trattato di un momento di debolezza, di aver incontrato il giovane fortemente pentito delle proprie azioni dovute – ha spiegato – non a bramosia di denaro ma ad uno stato di profonda disperazione. E di fronte all’umanità con cui le forze dell’ordine hanno espletato il proprio lavoro si è sentito protetto dallo Stato e ha capito che la strada del pentimento era l’unica percorribile per riprendere in mano la propria vita.
Il trentenne è stato denunciato a piede libero per i reati di simulazione di reato e appropriazione indebita aggravata.