RECANATI – «Siamo abbastanza soddisfatti della riunione di giovedì, i fondi del Pnrr previsti per il territorio recanatese prevedono la ristrutturazione di un’intera ala dell’ospedale Santa Lucia per l’attivazione di una casa di comunità, cioè un luogo dove i cittadini possono entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria e sociosanitaria con un approccio integrato e multidisciplinare». Così il sindaco di Recanati Antonio Bravi a seguito della riunione di giovedì 10 febbraio in cui l’assessore regionale Filippo Saltamartini ha fatto il punto con i sindaci dell’Area Vasta 3 per quanto riguarda l’utilizzo del fondi previsti dal Pnrr per la sanità maceratese.
«La nuova struttura si aggiungerà all’ospedale di comunità – ha aggiunto la delegata alla sanità, Antonella Mariani – che, alla luce delle ultime scelte, appare essere ritenuta dalla Regione la decisione più giusta fatta negli anni scorsi dall’amministrazione precedente». Questa buona notizia, per l’amministrazione smentisce le voci diffuse dalla Lega, secondo cui la scelta di trasformare il Santa Lucia in un ospedale di comunità fosse stato un errore.
«Una scelta opportuna intrapresa con l’obiettivo principale di offrire in cambio maggiori servizi di prevenzione e assistenza alle cronicità, alle fasce più fragili della comunità e, in generale, per essere sempre più vicini ai bisogni sanitari dei cittadini – spiega ancora il sindaco -. Servizi che, però, a causa anche delle due ondate di emergenza pandemica hanno subito contrazioni e alcune sospensioni. L’attuale grave problema della mancanza del personale a causa del blocco del tetto di spesa per il personale sanitario è purtroppo un problema che riguarda tutte le regioni d’Italia, accanto all’impossibilità di attuare un turn over per la mancanza di personale titolato già formato. La volontà espressa dalla Regione sembra essere quella di reperire nei prossimi mesi il personale specialistico necessario per far divenire l’ospedale di Recanati un ospedale di qualità. Sarà importante anche l’incremento dei servizi di assistenza sanitaria con specialisti a distanza grazie alle efficaci ed innovative tecnologie della telemedicina, accanto al ripristino, anche con nuove formule, dei servizi socio-assistenziali, da troppo tempo sospesi, che lasciano famiglie in difficoltà ancora senza una risposta».