Macerata

Ricostruzione post-sisma, crescono i cantieri che sperimentano il badge elettronico

Anche il vescovo Nazzareno Marconi ha segnalato un intervento dove utilizzare lo strumento predisposto dalla Prefettura contro possibili infiltrazioni criminali

La zona rossa di Visso (Immagine di repertorio)

MACERATA – Maggiore sicurezza nei cantieri contro possibili infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, ma anche maggiore certezza per i lavoratori sul rispetto delle regole contrattuali. Crescono in provincia di Macerata i cantieri per la ricostruzione post-sisma dove verrà sperimentato il badge elettronico, il sistema che consente la connessione tra le banche dati delle casse edili con quella dell’Ufficio speciale per la ricostruzione e degli Uffici dell’Anticorruzione del Ministero dell’Interno e che permetterà di rendere sempre più trasparente l’attività dei cantieri.

Al sistema voluto e avviato dalla Prefettura, infatti, hanno aderito anche il vescovo Nazzareno Marconi che ha segnalato un cantiere dove iniziare la sperimentazione e l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) di Macerata che ha indicato, invece, cinque cantieri.

«L’iniziativa fa registrare un interessamento sempre più diffuso, grazie al quale il modello Macerata registra ulteriori passi in avanti per la legalità, la sicurezza e la salute nei cantieri che saranno interessati dalla ricostruzione – spiega il prefetto Flavio Ferdani -. Un progetto, quello del badge elettronico, che si pone quale obiettivo ambizioso quello della prevenzione nei cantieri di possibili infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, ma anche di assicurare il rispetto delle regole contrattuali, retributive e contributive e che sia garantita, in questo particolare momento storico interessato dalla pandemia, l’osservanza della normativa anti-Covid con particolare riferimento al rispetto del divieto di assembramento all’interno dei cantieri, mediante il controllo elettronico migliorando quindi i livelli di salute e di sicurezza sul lavoro con riduzione del rischio epidemiologico».

Il prefetto di Macerata Flavio Ferdani