Macerata

A Roma la mostra “Arte liberata” con il contributo dell’università di Macerata

L’allestimento divulga gli studi condotti in ateneo. Il rettore McCourt: «Un progetto di respiro internazionale e di interesse etico»

A Roma la mostra "Arte liberata" (Foto, UnivMc)

MACERATA – C’è molto dell’Università di Macerata nella spettacolare mostra “Arte Liberata. Capolavori salvati dalla guerra. 1937-1947”, a cura di Luigi Gallo e Raffaella Morselli, in corso alle Scuderie del Quirinale di Roma e visitabile fino al 10 aprile 2023. L’esposizione evoca il drammatico contesto in cui un gruppo di funzionari delle Belle Arti, coadiuvati da storici dell’arte e rappresentanti delle gerarchie vaticane, misero in salvo innumerevoli dipinti, sculture, libri e opere d’arte che rischiavano di perire sotto il fuoco incrociato del conflitto. 

Il lavoro recupera e dissemina al pubblico le ricerche condotte per il volume “In difesa dell’arte. La protezione del patrimonio artistico delle Marche e dell’Umbria durante la seconda guerra mondiale”, a cura di Patrizia Dragoni e Caterina Paparello dell’Università di Macerata, apparso in collana (Le Voci del Museo), Edifir 2015. 

Da sinistra, Caterina Paparello, il rettore McCourt e Patrizia Dragoni

«Grazie a questo evento – commenta il rettore John McCourt -, l’Ateneo di Macerata vede un’importante occasione di terza missione e di rielaborazione della ricerca di base: così comunicata a un pubblico molto vasto, inserita in un progetto di respiro internazionale e di interesse etico».

In particolare, Caterina Paparello, ricercatrice Unimc in museologia, critica artistica e del restauro e storico dell’arte incaricato dal Ministero della Cultura come esperto esterno per il Pnrr, ha fatto parte dello staff curatoriale del progetto, occupandosi dei criteri di selezione critica. 

L’esposizione, indetta dal Ministero della Cultura e dalla società partecipata Ales spa, con il supporto, fra altri enti, dell’Istituto Centrale del Catalogo unico e della Documentazione e della Galleria nazionale delle Marche, presenta le tecniche di protezione antiaerea del patrimonio durante il secondo conflitto mondiale.  

Sulle ricerche riguardanti le Marche, dove si sono svolte una parte preminente delle vicende di protezione, sono incentrate sia le sale dedicate a Pasquale Rotondi, sia la parte di allestimento che ripercorre i viaggi delle opere da Lazio, Veneto e Lombardia, messe in sicurezza in diversi tempi presso la Rocca di Sassocorvaro e il Palazzo dei Principi Falconieri a Carpegna e dunque trasferite in Vaticano nel corso della cosiddetta Operazione Salvataggio, di cui furono protagonisti Giulio Carlo Argan, Emilio Lavagnino e Zea e Pasqule Rotondi.  

Appuntamento al primo febbraio per la lectio di Luigi Gallo, ospite dell’Ateneo per presentare la mostra agli studenti e alla comunità accademica, in dialogo con Patrizia Dragoni e Caterina Paparello.