SAN GINESIO – Una borsa di studio in memoria dei nonni scomparsi, affinché altri studenti possano essere aiutati nel loro percorso di formazione e di crescita. Questa l’idea dei fratelli Fulvio e Marilena Del Monte che, dai loro nonni Albino (detto Renzo) e Maria, hanno imparato la dedizione e l’attaccamento al lavoro, oltre all’importanza di impegnarsi per ottenere ciò che si vuole.
Valori che i due nipoti hanno voluto tramandare anche ad altre generazioni. Da qui l’idea di due borse di studio, assegnate a Emanuele Bussotto e Valentina Vignaroli, della classe terza della scuola media dell’istituto “Tortoreto” di San Ginesio (Mc). Alla consegna del premio di 500 euro era presente anche il sindaco Giuliano Ciabocco.
«I nonni non hanno potuto sognare cosa diventare – ha raccontato Marilena De Monte – ma si sono dovuti adattare a quello che la loro vita difficile gli ha imposto. Già a dodici anni Maria si alzava la notte per fare il pane ma, nonostante tutto, ha messo in campo tutte le sue risorse, senza perdere l’entusiasmo e il sorriso fino all’ultimo giorno, con vivacità di spirito e dedizione assoluta, con coraggio ma soprattutto con amore e senza mai perdere il senso di umanità verso il prossimo».
Albino Bernabei e Maria Raponi hanno iniziato a lavorare da bambini, Maria di notte sfornava il pane per tutto il
paese nel forno di famiglia “L’arte bianca”, premiata nel 2019 per i 100 anni di attività. Attività che oggi viene portata avanti dal nipote Fulvio. Maria, scomparsa a dicembre 2020, aveva anche ricevuto nel 2011 il premio “Fornarina” da parte della confraternita dei Sacconi e del Centro internazionale degli studi Gentiliani, riconoscimento assegnato ogni anno ad una rappresentante del mondo femminile che si sia particolarmente distinta per il suo impegno nella soluzione dei problemi della società allo scopo di proporre modelli di vita e di comportamento.
«Persone generose che hanno dedicato tutta la loro vita al lavoro e alla famiglia – ha concluso Fulvio Del Monte -. Questo premio vuole essere un gesto simbolico per dire grazie ai nonni di essermi sempre stati vicino e al fine di stimolare due ragazzi nello studio, cosa che Renzo e Maria non hanno potuto fare».