SAN SEVERINO MARCHE – Una festa indimenticabile ha unito l’intera comunità settempedana per celebrare i 100 anni di Alessandro Sassaroli, affettuosamente noto come Guido de Tarantello. Nato a Colleluce il 13 dicembre 1924, Sassaroli è il simbolo vivente della resilienza e dello spirito di servizio di un ex poliziotto da tutti benvoluto e stimato.
La cerimonia, organizzata a Parolito presso l’Lk Ristoro, ha visto la partecipazione di numerosi familiari, amici e autorità. Tra i presenti, il sindaco della Città di San Severino Marche, Rosa Piermattei, il Questore di Macerata, sua eccellenza dottor Gianpaolo Patruno, il comandante provinciale della Polizia Stradale, commissario capo Alberto Luigi Valentini, il presidente provinciale dell’Anps (Associazione Nazionale Polizia di Stato), l’ex questore Giorgio Iacobone, il comandante della Polizia Locale del Comune di San Severino Marche, sostituto commissario Adriano Bizzarri, e il consigliere regionale dell’Anmil (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro), Veros Bartoloni.
Alessandro Sassaroli ha attraversato un secolo di storia, vivendo esperienze che raccontano la tenacia e il coraggio di un’intera generazione. Nato in una famiglia numerosa, si trasferì a soli sei anni in un casolare “che oggi diciamo di Ventura”. Dopo aver frequentato la terza elementare, nel 1940 conseguì la licenza di quinta elementare alla scuola serale grazie all’aiuto del parroco, don Alberico. Quell’attestato gli permise successivamente di intraprendere la carriera in polizia.
Durante la seconda guerra mondiale fu chiamato alle armi ma dovette fuggire per evitare la cattura. Rifugiatosi nelle campagne bolognesi, fu fatto prigioniero e deportato in Germania, dove lavorò in una fabbrica a Vebaii. Nonostante le difficoltà, trovò umanità presso una famiglia di contadini. La liberazione arrivò il 16 aprile 1945, ma solo il 5 agosto dello stesso anno poté finalmente tornare a casa.
Nel 1948, a soli 20 anni, iniziò il suo servizio nella Polizia di Stato, occupandosi inizialmente della sicurezza durante le elezioni politiche del 1948. Dopo un corso di sei mesi a Caserta, fu trasferito a Campobasso e successivamente a Firenze, nel 1954, per avvicinarsi alla famiglia. Nel 1955 sposò Maria Antonelli, rimanendo a Firenze fino agli anni ’80, quando si ritirò a Parolito.
Le celebrazioni per il suo centenario sono state una grande festa. La giornata è stata impreziosita dalla presenza delle autorità in divisa e di un picchetto d’onore della Polizia di Stato. Al signor Sassaroli è stata consegnata una pergamena commemorativa dal sindaco Rosa Piermattei, che ha ricordato l’importanza di un traguardo così significativo. Inoltre, i vertici della Polizia di Stato, gli hanno donato un calendario del 2025 e gli hanno reso omaggio con la presenza di uomini e mezzi delle sezioni di Macerata e Camerino.
Con il suo consueto spirito, Alessandro ha scherzato: «Mi chiamano Tarantello perché sono bello. Oggi purtroppo mi sento un ramo secco, mi è rimasta solo la testa buona perché il resto è tutto da buttare».