Macerata

San Severino, rapina a un commerciante d’auto: scatta il terzo arresto

Si tratta di un 38enne algerino domiciliato a Macerata. L'agguato nei confronti della vittima era avvenuto il 18 dicembre scorso in un parcheggio. Il bottino era stato di 3.000 euro

SAN SEVERINO – È stato individuato e posto agli arresti domiciliari anche il terzo uomo che avrebbe partecipato alla rapina compiuta il 18 dicembre scorso a San Severino ai danni di un commerciante d’auto. Sabato scorso (18 maggio) i carabinieri della Stazione di San Severino, in collaborazione con i colleghi della Compagnia di Macerata, hanno eseguito l’ordinanza con cui il gip ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un 38enne algerino già noto alle forze dell’ordine.

In base a quanto ricostruito dai militari il 18 dicembre scorso un commerciante di auto era stato attirato con l’inganno in un parcheggio di San Severino da una donna che gli aveva detto di voler vendere la propria auto. Quando era arrivato sul posto, la vittima era scesa dall’auto e si era avvicinata alla donna, una 50enne, ma era stato subito raggiunto e aggredito da due uomini, di cui uno armato di coltello e l’altro di una mazza da baseball. I due, con i volti parzialmente coperti da occhiali da sole e copricapi, lo avevano prima minacciato dicendogli che gli avrebbero tagliato le mani se non avesse dato loro i soldi, poi gli avevano preso il giubbetto al cui interno c’erano 3.000 euro (i soldi per l’acquisto del mezzo), i documenti e il cellulare.
Il tutto sarebbe avvenuto alla presenza della 50enne rimasta sul posto, poi la vittima era riuscita a scappare, cadendo a terra (ha riportato contusioni ed escoriazioni alle gambe con una prognosi di 10 giorni). Dopo la denuncia i carabinieri della Stazione di San Severino, con la collaborazione dei militari del Nucleo operativo della Compagnia di Tolentino guidata dal maggiore Giulia Maggi, avevano iniziato gli accertamenti: grazie alle testimonianze della vittima e di altre due persone informate sui fatti e all’immediata acquisizione delle immagini registrate dalle numerose telecamere del sistema di videosorveglianza del Comune di San Severino fornite subito dalla polizia locale, i militari hanno ricostruito in maniera precisa luoghi e tempi della commissione del reato.

Sotto la direzione della Procura sono stati quindi acquisiti i tabulati telefonici della vittima e dell’utenza con cui era stata contattata per l’appuntamento. L’attività investigativa, sia di tipo tecnico che di tipo convenzionale, ha permesso di ricostruire con precisione i movimenti delle auto utilizzate dagli indagati sia nelle fasi precedenti che in quelle esecutive, portando ad individuare due dei responsabili: un 70enne e una 50enne del posto sottoposti a misura nei giorni scorsi (nei confronti della donna dopo l’interrogatorio di garanzia è stata modificata la misura in quella meno afflittiva dell’obbligo di dimora).

L’avvocato Simone Matraxia

Subito dopo i carabinieri sono riusciti a risalire all’identità del terzo indagato, uno straniero 38enne domiciliato a Macerata che, intorno alle 13 del giorno della rapina, si trovava già a San Severino in compagnia del complice, con il quale si era intrattenuto per pranzo all’interno di un centro commerciale. Le ulteriori analisi dei contatti telefonici e le immagini delle telecamere hanno portato a individuare l’utenza telefonica utilizzata dallo straniero e la sua immagine, consentendone l’identificazione in collaborazione con i militari della Compagnia di Macerata. Dai riscontri acquisiti è emerso che già nella tarda mattinata del 18 dicembre, con la propria auto, il 70enne era partito per andare a prendere il complice, dopo la rapina l’auto si era allontanata verso Macerata dove l’algerino era stato riaccompagnato a casa. Per gli investigatori il tragitto era compatibile sia con le immagini acquisite da vari circuiti di videosorveglianza, sia con la localizzazione dei telefoni in uso agli indagati, oltre che di quello sottratto alla vittima. La Procura ha così richiesto e ottenuto dal gip l’emissione della misura degli arresti domiciliari anche nei confronti del terzo indagato. Questa mattina nell’interrogatorio di garanzia fissato dinanzi al gip Daniela Bellesi il 38enne, difeso dall’avvocato Simone Matraxia, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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