SERRAVALLE – Undici lavoratori sfruttati, imprenditore a giudizio. Lui si difende e rigetta gli addebiti. È finito oggi all’attenzione del giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Macerata, Claudio Bonifazi e del pubblico ministero Rosanna Buccini, il procedimento a carico di un imprenditore 70enne di Serravalle accusato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (il cosiddetto caporalato). I fatti contestati risalgono al periodo precedente aprile 2021 quando, in base alla ricostruzione degli inquirenti, avrebbe impiegato come manodopera undici lavoratori sottoponendoli a condizioni di sfruttamento approfittando del loro stato di bisogno (sei sono donne italiane, cinque sono uomini e donne extracomunitari: originari della Nigeria, del Gambia e della Guinea) per costringerli a lavorare più ore rispetto a quelle indicate nelle buste paga e retribuendoli con importi inferiori a quanto previsto dai contratti collettivi.
A qualcuno avrebbe pagato cinque euro a fronte dei sette euro previsti dal contratto, una ragazza invece sarebbe stata costretta a lavorare in nero inducendola per questo a licenziarsi. Secondo l’accusa, avrebbe utilizzato un 26enne nigeriano anche per effettuare lavori di giardinaggio nella propria abitazione senza mai pagarlo, poi quando il giovane si sarebbe lamentato della retribuzione ridotta, lo avrebbe licenziato. Oggi il 70enne è stato rinviato a giudizio, è difeso dall’avvocato Francesco Copponi, sostituito in aula dal collega Giuseppe Roberto Caruana. Il processo a suo carico si aprirà il 14 aprile del 2023.