Macerata

Siccità, scarseggia l’acqua ad Appignano. «Va impiegata solo per usi domestici»

Il sindaco Calamita ha firmato due ordinanze valide fino al 30 settembre. Non si potrà usare l'acqua dell'acquedotto per irrigare orti, giardini o lavare le auto

APPIGNANO – Non siamo ancora in estate e l’acqua già scarseggia, tanto che ad Appignano il sindaco è stato costretto a firmare due ordinanze per limitare il consumo di quella dell’acquedotto a soli scopi domestici e per regolamentare i prelievi dalle fontane pubbliche. «C’è stata una specifica richiesta da parte dell’Apm che ci ha detto di salvaguardare le risorse idriche – spiega il sindaco Mariano Calamita -, per cui sono stato costretto a firmare le due ordinanze che sono in vigore già da oggi (18 giugno) e fino al 30 settembre».

Nella prima si ordina  «che l’acqua potabile proveniente dall’acquedotto comunale sia utilizzata solamente per l’uso domestico o per gli usi previsti nei consumi di concessione di utenze, con esclusione assoluta di ogni altro impiego quale quello per l’innaffiamento di orti e giardini, irrigazione agricola, lavaggio automezzi e quant’altro comportante un utilizzo non indispensabile o ingiustificato che causi uno spreco dell’acqua». Il mancato rispetto delle regole prevede multe di 100 euro per la prima infrazione, di 300 euro per la seconda e di 500 euro per la terza.

Nella seconda, invece, si vanno a regolamentare i prelievi dalle fontane pubbliche, prevedendo un massimo di «10 litri pro-capite di acqua», con l’ordine che venga utilizzata «solamente per usi potabili evitando inutili sprechi, come il risciacquo di contenitori». Anche in questo caso sono previste sanzioni da 50 a 516 euro.