APPIGNANO – Non siamo ancora in estate e l’acqua già scarseggia, tanto che ad Appignano il sindaco è stato costretto a firmare due ordinanze per limitare il consumo di quella dell’acquedotto a soli scopi domestici e per regolamentare i prelievi dalle fontane pubbliche. «C’è stata una specifica richiesta da parte dell’Apm che ci ha detto di salvaguardare le risorse idriche – spiega il sindaco Mariano Calamita -, per cui sono stato costretto a firmare le due ordinanze che sono in vigore già da oggi (18 giugno) e fino al 30 settembre».
Nella prima si ordina «che l’acqua potabile proveniente dall’acquedotto comunale sia utilizzata solamente per l’uso domestico o per gli usi previsti nei consumi di concessione di utenze, con esclusione assoluta di ogni altro impiego quale quello per l’innaffiamento di orti e giardini, irrigazione agricola, lavaggio automezzi e quant’altro comportante un utilizzo non indispensabile o ingiustificato che causi uno spreco dell’acqua». Il mancato rispetto delle regole prevede multe di 100 euro per la prima infrazione, di 300 euro per la seconda e di 500 euro per la terza.
Nella seconda, invece, si vanno a regolamentare i prelievi dalle fontane pubbliche, prevedendo un massimo di «10 litri pro-capite di acqua», con l’ordine che venga utilizzata «solamente per usi potabili evitando inutili sprechi, come il risciacquo di contenitori». Anche in questo caso sono previste sanzioni da 50 a 516 euro.