MACERATA – «Di lavoro si vive e non si muore». Per questo Cgil, Cisl e Uil, nell’ambito di una campagna nazionale delle Confederazioni, sono scese in piazza per ribadire la necessità di un «Patto per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro» che coinvolga tutti i soggetti preposti alla ricerca, alla verifica e ai controlli e che riconosca la salute e la sicurezza sul lavoro come un’emergenza nazionale.
«Siamo qui per fare delle proposte, arriveranno miliardi di euro con il piano di rinascita, per cui chiediamo che gli investimenti vadano di pari passo con la sicurezza nei posti di lavoro – spiega Daniel Taddei, segretario provinciale Cgil -, perché è inaccettabile che ancora oggi si muoia sul posto di lavoro. Bisogna riportare al centro dell’attenzione un lavoro di qualità e in sicurezza. Soprattutto nel nostro territorio che è in fase di ripartenza con la ricostruzione post sisma, dobbiamo sempre tenere la guardia alta». I rappresentanti sindacali, insieme a decine di lavoratori, si sono ritrovati in piazza della Libertà a Macerata, prima di avere un incontro con il prefetto Flavio Ferdani a cui hanno sottoposto le loro idee.
E, parlare di sicurezza sul posto di lavoro, è quanto mai attuale visto che, anche nella provincia di Macarata, nonostante con il Covid siano diminuite le ore lavorate, nei primi tre mesi dell’anno infortuni e malattie professionali sono in crescita. «Le malattie professionali, da gennaio a marzo 2021, sono arrivate a 460 casi denunciati, in crescita di nove unità rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – aggiunge Rocco Gravina della Cisl -, mentre gli infortuni sono cresciuti di 60 unità, arrivando a 838 casi denunciati. Questo dimostra che, con la pandemia, la cultura della sicurezza viene messa in secondo piano rispetto al profitto e alla consegna dei materiali. Per quanto riguarda le fasce di età, invece, i maggiori infortuni si verificano dai 50 anni in su e questo dimostra che il mercato del lavoro ha bisogno di formazione e di essere strutturato».
Tra i settori più colpiti ci sono la sanità, l’industria e i servizi, cioè quelli che sono andati avanti nonostante la pandemia, mentre tra le malattie maggiormente registrate ci sono quelle al sistema nervoso (263 casi denunciati in tutte le Marche nel 2021), all’orecchio (70 casi), al sistema osseo-muscolare (949 casi) e al sistema respiratorio (316 casi). Nel primo trimestre, nelle Marche, sono state 4.083 le denunce di infortuni, in crescita di 50 unità rispetto allo scorso anno 1.633 sono state le denunce presentate per malattie professionali, anche queste in crescita (più 14 casi) rispetto allo stesso periodo del 2020.
«Anche nel nostro territorio ci sono casi e dati allarmanti e dobbiamo lavorare affinché la prevenzione e la sicurezza sui luoghi di lavoro diventino temi da affrontare già nelle scuole, con la formazione nei ragazzi – conclude Manuel Broglia, segretario della Uil -. I processi formativi e di crescita poi non si devono fermare quando si entra nel mondo del lavoro, ma devono accompagnare ogni lavoratore in tutto il suo percorso».