«Nonostante le tante richieste di delineare una strada preferenziale per i comuni maggiormente colpiti dal terremoto che hanno bisogno di un veloce ritorno alla normalità, gli amministratori hanno purtroppo dovuto arrendersi alla mancanza di volontà da parte del Governo» è la forte denuncia del sindaco di Caldarola Luca Maria Giuseppetti che, facendo leva anche sull’orgoglio dei suoi colleghi sindaci, fa il punto della situazione relativa al terremoto e li invita ancora una volta a rimettere le deleghe. Le comunità del cratere si sentono ormai abbandonate dallo Stato che, dopo passerelle, incontro e tavoli di confronto, di concreto ha fatto davvero poco se non la consegna delle Sae, con tutti gli enormi difetti che sono stati denunciati anche per le soluzioni abitative di emergenza.
«Decreto dopo decreto le necessità delle zone terremotate sono state inserite in commi relativi ad altre emergenze, prima Catania, poi il ponte Morandi, il terremoto di Ischia. Per queste situazioni sono state studiate delle norme ad hoc per accelerare il ritorno alla normalità, ma una progettazione specifica per i territori del centro Italia non è mai stata ipotizzata, si continua a valutare la ricostruzione con norme ordinarie in una situazione assolutamente straordinaria – continua Giuseppetti -. Una situazione di avvilimento e un senso di abbandono che levano la dignità ai cittadini e la forza di lottare agli amministratori, da sempre in prima linea per tentare di dare risposte che non hanno, costretti ogni giorno a ripetere che manca la volontà dall’alto».
«Nessuna risposta e nessun aiuto da parte dei commissari straordinari – osserva il sindaco di Caldarola -. Nessuna risposta dalla Camera e la dimostrazione arriva dalla desolante foto che a novembre scorso, quando si dovevano votare importanti disposizioni per la ricostruzione, ha fatto il giro dei social. Ciò dimostra il totale disinteresse da parte di chi ci governa».
«L’abbandono delle zone montane e rurali porta a problematiche ambientali con criticità non solo nelle stesse montagne ma, a caduta, anche lungo le coste. La mancanza di manutenzione ai campi diventati incolti porta a dissesti idrogeologici e alluvioni che si riversano a valle, per non parlare delle incapacità strutturali che le stesse città rivierasche dimostrano quotidianamente, mai al passo con l’aumento del numero e delle esigenze dei cittadini – ha osservato il sindaco Giuseppetti -. Un buon governante deve essere in grado di prevedere e prevenire ogni possibile sviluppo, ma come sempre si preferisce cavalcare il consenso e godere dei successi del momento in prospettiva delle prossime elezioni politiche, amministrative o comunali. Ma non è onesto che i cittadini subiscano sulla loro pelle le dinamiche politiche e partitiche. È per questo che mi sento di fare un forte appello ai miei colleghi amministratori, anche di paesi meno danneggiati ma con più abitanti: è necessario dare un segnale di rottura. Non serve più a nulla andare a protestare a Roma, dobbiamo rimettere le fasce così come avevo proposto anche un paio di anni fa. Dobbiamo dimetterci tutti insieme dai nostri ruoli di amministratori, non riesco proprio a capire cosa stiamo aspettando ancora, quanto ancora dobbiamo essere umiliati noi e i cittadini del centro Italia. Solo rimettendo le deleghe facciamo veramente capire che non siamo dei pupazzi nelle mani di politici che hanno altri interessi, anche più effimeri, della vita dei nostri concittadini».
«Il territorio ha bisogno di certezze, di una zona franca a largo respiro e non rinnovata di anno in anno allo scadere dei termini. Chi investe su queste zone deve sapere che è sostenuto economicamente da chi crede che le aree terremotate siano ancora valide e meritevoli di una nuova vita. I cittadini che hanno abbandonato le loro case devono poter programmare un ritorno certo prima che si adattino a una vita lontana dalle loro radici. Chi invece è rimasto, seppur con enormi disagi e grande coraggio, deve pensare che nel giro di qualche anno, e non di qualche decennio, riavrà la sua vita come prima, in una zona sì sismica, ma con le dovute accortezze, comunque in uno dei territori più belli d’Italia» ha continuato Giuseppetti.
«Non capisco perché le ordinanze e i decreti adottati con il terremoto del ’97 siano stati tutti stralciati in favore di nuove norme ingarbugliate, con procedure farraginose che stanno rendendo la ricostruzione praticamente impossibile. Così facendo agli anziani stiamo rendendo difficili e umilianti gli ultimi anni della loro vita e ai giovani stiamo rubando il futuro nei paesi in cui sono nati e cresciuti. È una grande vergogna e qualcuno prima o poi dovrà rendere conto di quanto non si sta facendo per questo territorio» ha concluso il sindaco.