SAN SEVERINO MARCHE – Un nuovo luogo simbolo della Città di San Severino Marche, il monastero di Santa Caterina, torna agibile dopo le scosse di terremoto del 2016.
A conclusione dei lavori di riparazione del danno con rafforzamento localizzato della struttura, il primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, ha revocato l’Ordinanza con la quale, in piena emergenza sisma, aveva dichiarato il complesso che sorge a Castello al Monte non utilizzabile. Resta inagibile la chiesa.
I lavori, finanziati dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione della Regione Marche per un importo complessivo pari a 2.164.800 euro, hanno permesso il recupero della struttura nella sua bellezza originaria, garantendo la piena sicurezza per chi lo frequenta.
Fondato nel 1544 dalla Comunità Monastica Cistercense di Santa Caterina, il monastero ha origini benedettine risalenti all’anno Mille. La comunità vive ancora oggi secondo la regola benedettina dell’”Ora et Labora”, nello spirito cistercense trasmesso da San Bernardo di Clairvaux.
Nel corso dei secoli il monastero è stato ampliato, arricchito e ha visto momenti di grande fervore spirituale, come il ritrovamento nel 1580 del corpo incorrotto di Santo Illuminato, monaco benedettino e copatrono di San Severino Marche. Nonostante le difficoltà, inclusa la confisca dei beni da parte del Regno d’Italia nel 1865, la comunità ha resistito, riacquistando il monastero nel 1904 e continuando a essere una presenza viva nel territorio.
Oggi, il monastero accoglie una comunità multiculturale, con monache cistercensi provenienti dal Vietnam che condividono la stessa regola e spirito di vita, in un clima di comunione e preghiera. La riapertura del complesso rappresenta non solo un traguardo importante nella ricostruzione post-sisma, ma anche un segno di rinascita per l’intera comunità settempedana.