Macerata

Sisma, ordinanza 670: «Disparità di trattamento tra terremotati». Annunciato il ricorso al Tar

Chi ha comprato casa prima del 2019 nel comune di residenza, in uno limitrofo o in quello in cui si era trasferito a causa del sisma, rischia di perdere il contributo di autonoma sistemazione. Incontro a Camerino per raccogliere le adesioni alla richiesta di annullamento del provvedimento

Uno degli edifici danneggiati dal sisma del centro Italia
Uno degli edifici danneggiati dal sisma del Centro Italia

MACERATA – Rischiano di perdere il contributo di autonoma sistemazione tutti i terremotati che hanno comprato casa prima del 2019 nel comune di residenza, in uno dei comuni limitrofi o nel comune in cui si erano trasferiti. È quanto emerge dall’ordinanza 670 del 2020 della Protezione civile alla quale farà ricorso un pool di avvocati maceratesi.

I legali Federico Valori, Pietro Chiucchiuini, Marco Massei, Jacopo Bartolomei e Giulia Garofolo presenteranno infatti un ricorso al tribunale del Tar del Lazio per richiedere l’annullamento di un’ordinanza che, nella sola città di Camerino, interessa circa 200 persone.

L’associazione “La terra trema noi no”, presieduta da Diego Camillozzi, è entrata in contatto con gli avvocati di Macerata per analizzare un’ordinanza che, come definiscono loro stessi, «è inaccettabile».

«Un’ordinanza che modifica le condizioni per beneficiare del contributo di autonoma sistemazione e che esclude una larga parte di cittadini mettendo in atto una disparità di trattamento» ha osservato l’avvocato Valori che ha anche auspicato «un intervento politico sulla questione».

L’ordinanza 670 ha infatti un valore retroattivo e riguarda tutti i terremotati che hanno acquistato un immobile, prima del novembre del 2019, nel comune di residenza, in un comune limitrofo o nel comune in cui si erano trasferiti dopo il sisma. Insomma un vero smacco che si va ad aggiungere, oltre alla quasi totale assenza della ricostruzione, a una situazione economica critica caratterizzata dall’emergenza sanitaria legata al Covid-19.

Da sinistra Massei, Valori, Chiucchiuini e Camillozzi

L’ordinanza 388 del 2016, la prima in ordine di tempo dopo il sisma che ha colpito il centro Italia, assegnava il cas alle persone che avevano perso la propria abitazione. La seconda ordinanza, la 614 del 2019 aveva poi introdotto il contributo forfettario per la durata di 36 mesi per chi acquistava una casa nel comune di residenza o in quello limitrofo e incentivava quindi anche a ripopolare le zone martoriate dal sisma. Fino al 9 maggio quando la 670 ha stabilito che il cas non deve essere più erogato ai proprietari di un immobile idoneo all’uso ubicato nel comune di residenza, in un comune limitrofo o in quello in cui ci si era trasferiti. In sostanza chi ha comprato un immobile prima del novembre del 2019 rischia di perdere il contributo di autonoma sistemazione. Una decisione che ha un principio di retroattività e che ha già “messo in allarme” alcuni comuni che, come spiegato dagli avvocati, «hanno deciso di sospendere l’erogazione del cas in attesa di spiegazioni».

Per questo motivo sabato 27 giugno, alle ore 10:30, gli avvocati maceratesi che si sono fatti portavoce della richiesta di annullamento dell’ordinanza della Protezione Civile e il presidente Camillozzi saranno a Camerino, alla sala consiliare del comune nei locali della Contram, per un’assemblea pubblica che raccolga più adesioni possibili al ricorso che sarà presentato al tribunale del Tar del Lazio.