Macerata

Cinque anni dopo il sisma, il monito dell’Ordine degli Psicologi: «I marchigiani faticano a vedere la luce in fondo al tunnel»

L'allarme è lanciato dal presidente Katia Marilungo: «Hanno perso le speranze di tornare alla normalità, considerati anche i disagi del Covid»

Visso

ANCONA – «I marchigiani continuano a non vedere la luce in fondo al tunnel. Dopo cinque anni hanno perso le speranze di tornare alla normalità, soprattutto se si considerano i successivi disagi inflitti dal Covid. Oltre al trauma dell’evento sismico, dopo i lutti e le sofferenze, tutti i terremotati si ritrovano ancora a fare i conti con avvilimento e desolazione». È quanto sostiene il presidente dell’Ordine degli Psicologi, Katia Marilungo, in occasione del tragico anniversario del sisma nelle Marche, che ha lasciato dietro di sé macerie, strascichi e ferite che ancora stentano a rimarginarsi.

Katia Marilungo

Secondo il rapporto dell’Opm, «le sensazioni che accomunano i terremotati, ovvero disagio e isolamento, potrebbero essere agevolate dalla ricostruzione, i cui risultati non sono ancora tangibili». Eppure l’Ordine, in questi anni, non è rimasto indifferente, ma ha cercato di operare concretamente per portare il proprio supporto dopo gli eventi drammatici: «Abbiamo realizzato molte iniziative nelle scuole del cratere e non è mancato il supporto anche nei confronti dei professionisti operanti in quelle zone, sottraendoli dall’obbligo di pagare la quota associativa annuale», afferma Marilungo.

Subito dopo il 24 agosto 2016, cui sono seguite altre due forti scosse il 26 e il 30 ottobre, l’Ordine ha creato un gruppo di lavoro sulla Psicologia dell’emergenza, coordinato dal consigliere Opm Aquilino Calce, psicologo psicoterapeuta specializzato in Psicologia dell’emergenza per la Croce Rossa italiana. Ad oggi proseguono le attività di assistenza psicologica in loco allo scopo di «essere fisicamente accanto alle persone più fragili del cratere, che finora sono state raggiunte dall’Ordine solo virtualmente», spiega ancora il presidente.

L’Ordine marchigiano conferma che non cesserà il lavoro di coordinamento delle attività di sostegno d’emergenza, strumento indispensabile anche a distanza di cinque anni, da sempre reso possibile anche grazie alla collaborazione con la Regione Marche. Tuttavia i disagi sono notevoli: «A distanza di così tanto tempo prevalgono ancora le sensazioni di impotenza e solitudine, che sfociano in una sorta di abbandono legato alla mancata ricostruzione – conclude Marilungo -. Per questo come marchigiani e come psicologi ci auguriamo che una volta lasciata alle spalle l’emergenza della pandemia, che ha costretto migliaia di terremotati al lockdown all’interno delle Sae, si possano davvero unire le forze per lavorare alacremente alla ricostruzione, per riportare uno spiraglio di speranza nelle popolazioni colpite».

Nel frattempo i professionisti hanno colto favorevolmente la notizia giunta all’inizio di questo mese dalla Regione, che ha fatto sapere che nel pacchetto sisma per ricostruire le aree colpite dal sisma del 2009 e del 2016 da 1,78 miliardi ci sono 100 milioni di euro per liberare il cratere marchigiano dall’isolamento infrastrutturale.