Macerata

Sospetta il tradimento, picchia e taglia i capelli alla fidanzata: 37enne di Treia condannato

L'aggressione risale alla notte del 21 maggio 2017. A intervenire furono i carabinieri della Stazione di Cingoli a seguito di una segnalazione. Dieci mesi è la pena inflitta oggi al giovane

TREIA – Prima l’accusa di averlo tradito, poi la prende a pugni e le taglia una ciocca di capelli con un taglia capelli elettrico che aveva in auto. Un 37enne residente a Treia questa mattina è stato condannato a dieci mesi di reclusione. Era accusato di violenza privata e lesioni aggravate. La vicenda risale alla notte del 21 maggio del 2017. Era circa l’1.30 quando i carabinieri di Cingoli intervennero a Treia a seguito della segnalazione di un’auto che procedeva contromano. Individuata la macchina i militari si avvicinarono e sentirono delle urla di una donna provenire dal mezzo. Con una torcia illuminarono l’abitacolo e videro un uomo che teneva la testa di una giovane bloccata tra le gambe. Accortosi della presenza dei militari il giovane lasciò la presa, la coppia scese dall’auto e la donna raccontò in lacrime di essere stata picchiata dal fidanzato che le aveva anche tagliato una ciocca di capelli.

Sul volto, infatti, erano ben visibili i segni della violenza (aveva ecchimosi, graffi e un labbro gonfio). I carabinieri chiamarono il 118, la giovane ricevette le cure del caso e quella notte andò a casa di un parente, ma non volle denunciare il fidanzato. Circa un mese dopo la giovane, anche lei di origine straniera come l’ormai ex fidanzato, fu sentita dai carabinieri ai quali riferì che quel giorno entrambi avevano bevuto, all’improvviso però lui aveva iniziato a urlare e ad accusarla di averlo tradito, poi aveva preso un taglia capelli elettrico e prima le aveva tagliato una ciocca di capelli poi l’aveva usato per colpirla.

Il 37enne, finito sotto processo per violenza privata e lesioni aggravate, oggi è stato condannato dal giudice Vittoria Lupi a dieci mesi di reclusione (il pubblico ministero Rocco Dragonetti aveva chiesto la condanna a un anno). L’imputato era difeso dall’avvocato Cristina Tognetti.

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