MACERATA – Tre poliziotti feriti da un 30enne nigeriano bloccato durante un servizio volto a contrastare lo spaccio delle sostanze stupefacenti in città.
L’operazione è scattata alle prime luci dell’alba di questa mattina e ha visto coinvolti i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Macerata, guidati dal Commissario Capo Matteo Luconi. Gli agenti stavano perlustrando i Giardini Diaz e la zona di Fontescodella durante un servizio di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti quando hanno individuato alcuni cittadini nigeriani e i rispettivi acquirenti che alla vista degli uomini in divisa hanno tentato la fuga.
È dunque partito un inseguimento per cercare di bloccare le persone sorprese nell’area verde del capoluogo e i poliziotti sono riusciti a fermarne e controllarne alcune mentre altre hanno fatto perdere le proprie tracce. Uno di loro, un 30enne nigeriano, è stato accompagnato in ospedale perché sospettato di aver ingoiato alcuni ovuli di cocaina e di eroina.
Il giovane, nel tentativo di sottrarsi agli accertamenti clinici, si è scagliato contro i poliziotti per tentare nuovamente la fuga e, dopo una colluttazione è stato bloccato. Il 30enne è stato denunciato a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale e i tre poliziotti hanno riportato alcuni giorni di prognosi.
«Ancora una volta i valorosi poliziotti della Questura di Macerata hanno dimostrato elevata professionalità e messo a rischio la vita per difendere la comunità di questa provincia – ha commentato il questore Antonio Pignataro -. La breccia che vuole aprire nelle mura di cinta della città di Macerata la criminalità nigeriana non è stata provocata grazie all’azione delle Forze dell’Ordine che, con disciplina e onore, svolgono il proprio lavoro per tutelare le giovani generazioni dalla droga, che causa ogni giorno sofferenza a tante famiglie e la distruzione della vita a molti giovani. L’impegno sarà massimo e nessuno passerà da una eventuale breccia che possano aprire gli spacciatori, perché troveranno le Forze di Polizia pronte a respingerli e a ricostruire il muro, così da rendere impossibile la loro presenza nella città di Macerata».