MACERATA – Spariscono 62.000 euro dal conto di un giovane con disabilità: ex amministratore di sostegno condannato a due anni di reclusione. Il giudice ha concesso la sospensione condizionale della pena subordinandola al pagamento di 70.000 euro di risarcimento che dovranno essere versati ai familiari del giovane (morto lo scorso marzo a 35 anni, ndr) entro sei mesi.
I fatti ieri – 20 gennaio – sono stati rievocati nell’udienza preliminare discussa con rito abbreviato davanti al giudice Claudio Bonifazi e al pubblico ministero Margherita Brunelli. Imputato un 66enne di Filottrano che dal 2008 al 2016 era stato amministratore di sostegno di un giovane portorecanatese affetto da disabilità.
A ricostruire la vicenda (il fascicolo è del procuratore capo Giovanni Giorgio, ndr) ieri è stato il pm Brunelli prima di chiedere la condanna a due anni di reclusione per i reati di peculato e rifiuto di atti d’ufficio: nel novembre del 2008 il filottranese era stato nominato dal giudice tutelare del tribunale di Macerata amministratore di sostegno del portorecanatese, percettore di una pensione mensile che l’amministratore avrebbe dovuto rendicontare periodicamente.
Per otto anni nessuno si sarebbe accorto di alcunché, poi a novembre del 2016 sarebbero emerse delle irregolarità nella gestione dei soldi. Dal conto corrente del giovane, infatti, sarebbero risultati ammanchi, ovvero prelievi per i quali non sarebbe stata fornita alcuna giustificazione. A quel punto scattò la segnalazione all’autorità giudiziaria, il procuratore Giorgio avviò una serie di accertamenti mirati per ricostruire i movimenti effettuati sul conto corrente del giovane disabile negli anni di gestione dell’amministratore. Dalle verifiche sarebbe emerso un ammanco di 62.204 euro, per la procura quei soldi li avrebbe prelevati l’amministratore di sostegno filottranese per finalità strettamente personali e senza fornire alcuna formale giustificazione.
Ma le giustificazioni il filottranese non le avrebbe fornite neppure successivamente quando a richiederle era stata la stessa autorità giudiziaria. La procura aveva infatti invitato l’indagato a presentare una dettagliata relazione corredata dai documenti giustificativi delle spese effettuate e tutti i rendiconti dal 2009 fino a novembre del 2016, ma quell’invito rimase lettera morta. Per questi motivi all’ormai ex amministratore di sostegno (al suo posto era stato nominato quale nuovo amministratore l’avvocato Marco Poloni) sono stati contestati i reati di peculato e rifiuto di atti d’ufficio.
Nelle scorse udienze l’imputato, tramite l’avvocato Giuseppe Gasparroni, si era detto disponibile a risarcire il danno chiedendo di essere giudicato con rito abbreviato. Ieri, dunque, la discussione. Il pm ha chiesto la condanna a due anni di reclusione, il gup condividendo la ricostruzione del pubblico ministero ha condannato il 66enne a due anni di reclusione con la sospensione condizionale subordinata al pagamento di 70.000 euro di risarcimento che dovrà avvenire entro sei mesi. Nel processo si era costituito parte civile l’avvocato Poloni con il collega Alessandro Rovazzani.