BOLOGNOLA – «La stazione è pronta per riaprire ma siamo abbastanza preoccupati per l’incertezza che ancora regna, nonostante siamo già a fine novembre». A parlare è Francesco Cangiotti, amministratore di Bolognola Ski, la stazione sciistica del Pintura, sui Monti Sibillini.
Cresce la preoccupazione degli operatori della montagna per il rischio di veder saltare la stagione turistica invernale. Dalle prime notizie riguardanti le misure che il governo intende adottare nel prossimo Dpcm, sembra infatti esclusa la possibilità di una riapertura degli impianti a fune per le festività natalizie, una scelta che, se venisse confermata, manderebbe in tilt il sistema dello sci.
Ieri i vicepresidenti e gli assessori delle regioni alpine hanno approvato in sede di Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome le linee guida per l’utilizzo in sicurezza degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici da parte degli sciatori amatoriali, così da evitare la diffusione della pandemia.
E anche gli operatori lavorano alacremente sperando in una riapertura. «Anche se regna l’incertezza abbiamo lavorato per predisporre la riapertura – spiega Cangiotti – e piste e impianti sono pronti». «Mesi di lavoro» che rischiano di andare in fumo: «Negli ultimi 3 anni – prosegue l’amministratore di Bolognola Ski – abbiamo investito quasi 400 mila euro tra impianti di innevamento, tapis roulant, battipista, controllo degli accessi delle biglietterie elettroniche».
Per il sistema sci e per il suo indotto una mazzata che andrebbe ad aggiungersi a quella del sisma del 2016, che aveva causato danni alle strutture ricettive della zona maceratese, oltre che alle abitazioni. «Siamo riusciti a superare i disagi e le difficoltà legate al terremoto, non vorremmo che ora la pandemia finisca per crearci ancora più problemi per via delle imposizioni del governo».
«La nostra è una delle stazioni più sicure – prosegue -: gli skilift mantengono un distanziamento naturale di 12 metri l’uno dall’altro, mentre gli sci fanno sì che si mantenga una distanza superiore al metro, fra una persona e l’altra».
Insomma la sicurezza può essere garantita secondo Cangiotti, ecco perché l’imperativo è riaprire le piste e dare risposte agli operatori al più presto visto che «le stazioni si devono organizzare con il personale e devono stabilire se produrre o meno la neve artificiale». In caso contrario «servono ristori per i costi e le spese sostenute, ma anche per i mancati incassi. Se salta la stagione turistica invernale – conclude – il danno è per tutto l’indotto: la nostra scuola ha 10 maestri e 3 noleggi di sci, senza contare bar, ristoranti e rifugi che lavorano con la neve».
A rincarare la dose ci pensa la sindaca di Bolognola (Mc), Cristina Gentili: «Non poter aprire gli impianti è un grandissimo danno, capisco l’emergenza, ma sono anche 4 anni che viviamo solo di emergenza: le emergenze si possono affrontare con una gestione territoriale, questo farebbe la differenza. Abbiamo lottato con le unghie e con i denti per uscire dalla crisi del sisma e il paese è più deserto ora con la pandemia che ai tempi del terremoto: così si sta distruggendo l’Italia».