Macerata

La storia alpinistica dei Monti Sibillini: lo spettacolare viaggio tra Marche e Umbria

Un filo rosso che si intreccia con le storie dei vecchi e dei nuovi protagonisti di queste montagne, da sempre portatrici di un’aura di mistero e in costante, per quanto spesso tragico, cambiamento

Un fermo immagini del trailer (foto per gentile concessione di Tomica)

ANCONA – Tomica e le vie segrete della Sibilla: è questo il titolo del nuovo documentario che racconta la storia alpinistica dei monti Sibillini. Il film segue le mosse di Gabriele Antonielli, giovane alpinista cresciuto nel mito di un percorso leggendario e inviolato: i tentativi, le salite sui sentieri, le notti in bivacco, fino alla catartica liberazione della via.

Un filo rosso che si intreccia con le storie dei vecchi e dei nuovi protagonisti di queste montagne, da sempre portatrici di un’aura di mistero e in costante, per quanto spesso tragico, cambiamento. Un documentario che mostra lo spettacolare lago di Pilato, l’unico lago naturale delle Marche, che si trova nel cuore del massiccio del parco nazionale dei monti Sibillini.

Uno scorcio del parco nazionale dei monti Sibillini (per gentile concessione di Tomica)

Nel cast – che racchiude Abruzzo, Marche e Umbria – anche Alberico Alesi e Antonio Palmeri, che hanno un legame speciale con la nostra regione: autore della più importante guida dei Sibillini l’uno, e del sito AUAA (riferimento per le relazioni alpinistiche classiche e non) l’altro, sono tra i pionieri dell’alpinismo ascolano moderno, nel solco della storia della sezione di Ascoli del Cai, il Club alpino italiano.

La pellicola, diretta dal perugino Andrea Frenguelli, verrà proiettata il 13 giugno nel capoluogo umbro e arriverà nelle Marche il prossimo 14 luglio. L’appuntamento è ad Ussita, in provincia di Macerata, nel cuore del parco naturale dei Sibillini, per la rassegna di cinema all’aperto Croc.   

Un escursionista nei pressi del lago di Pilato (foto di repertorio)

Terra di pastori e di negromanti, di magia e di leggende, capace di regalare infinita bellezza nel suo paesaggio ma anche immani tragedie naturali. Un terreno ideale per una ricerca narrativa ma talmente tanto denso di significanti da lasciare a volte smarriti.

In questo senso, raccontare i Sibillini attraverso la loro storia alpinistica, tenendo ben a fuoco le evoluzioni dell’arrampicata, rappresenta un motore narrativo prezioso e ideale. Tomica e le vie segrete della Sibilla non tratta solo la salita in arrampicata libera di una via difficile in ambiente, né si limita ad una lista asettica di personaggi del passato, ma è anche l’occasione per descrivere una terra che negli ultimi decenni ha vissuto cambiamenti epocali, sia dal punto di vista ambientale che antropologico.

La più fragorosa manifestazione naturale dei monti Sibillini è ovviamente il terremoto, una forza capace di cambiare la sociologia di un intero territorio ma anche di plasmare le montagne. Dopo i terremoti del 2016/2017, si può dire che buona parte della storia alpinistica dei Sibillini vada riscritta, un cambiamento amaro ma non necessariamente negativo.

Foto storiche: alpinismo sui Sibillini (per gentile concessione di Tomica)

Un altro dato ambientale è la scomparsa del ghiaccio: i Sibillini esprimevano la loro più sincera bellezza alpinistica nelle vie invernali, quando si formavano vere e proprie cascate, ormai scomparse a causa dei cambiamenti climatici. Resta intatto, invece, il fascino del suo tormentato paesaggio: inserito all’interno del contesto del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, il Gendarme di Pizzo del Diavolo rappresenta uno dei siti più spettacolari di queste montagne. Il film è occasione di assoluta valorizzazione per i luoghi attraversati, che sono concretamente protagonisti del film, promuovendone una fruizione lenta e a misura d’ambiente.

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