MACERATA – In manette per tentato omicidio, il cubano dal carcere di Montacuto si difende: «Non era una mannaia, ma una spatola da cucina. Sono intervenuto per difendere mia madre che è stata aggredita». Si è celebrata questa mattina in collegamento dal carcere anconetano l’udienza di convalida dell’arresto del 26enne di origine cubana avvenuto la notte tra sabato e domenica scorsi. Il gip Daniela Bellesi ha convalidato l’arresto e confermato la misura in carcere. Il difensore, l’avvocato Fabrizio La Rocca: «Ci riserviamo di proporre richiesta di riesame».
Il caos era scoppiato la sera di sabato scorso (16 marzo) quando il cubano era rientrato a casa. La ex compagna con la quale coabita in un appartamento nel quartiere Vergini era uscita con le amiche e aveva lasciato la loro figlia piccola a casa con una babysitter. Una babysitter che però il padre non avrebbe mai visto prima e questa circostanza lo avrebbe contrariato. La madre della piccola era stata quindi richiamata a casa, ma all’abitazione era arrivata insieme alla sorella e al compagno di lei. A questo punto le ricostruzioni di accusa e difesa divergono.
Per gli inquirenti tra il 26enne e il compagno della sorella della ex sarebbe scoppiata un’accesa discussione al culmine della quale il cubano avrebbe tentato di colpire l’uomo con una mannaia mirando, in un’occasione, al collo. Poi era rientrato in casa e si era messo a letto.
Diversa la versione data oggi dal 26enne: il giovane ha riferito che all’arrivo della ex, della sorella di lei e del compagno, quest’ultimo avrebbe aggredito sua madre (che vive con il 26enne) e lui era sceso in strada in soccorso del genitore. Aveva preso un utensile da cucina, una spatola, per mettergli paura e poi era rientrato in casa. In merito alla mannaia sequestrata dalla polizia il cubano ha negato di averla usata, riferendo di tenerla vicina alla porta perché secondo la credenza cubana allontana gli spiriti maligni. Dopo questi fatti la madre del 26enne ha presentato una denuncia per l’aggressione subita producendo il certificato del pronto soccorso per lesioni al costato (prognosi sette giorni).
Oggi nell’udienza di convalida, in merito alla misura, il legale ha chiesto che ne venisse applicata una meno afflittiva (gli arresti domiciliari nell’abitazione dell’attuale compagna del 26enne) e ha chiesto la derubricazione del reato in tentate lesioni o minaccia aggravata. Il gip ha invece confermato la misura carceraria e su questo la difesa si riserva di ricorrere al Riesame.