RECANATI – Al culmine di una lite accoltellò un 23enne italiano di origine marocchina. Accusato di tentato omicidio aggravato dall’odio razziale (gli avrebbe urlato «marocchino di m…, tornatene a casa, siete sempre voi a fare casino») e dai futili motivi, oggi un 48enne di Recanati è stato condannato a otto anni e otto mesi di reclusione, dovrà anche pagare 40.000 euro di provvisionale. L’aggressione risale alla notte del 30 luglio 2022 quando l’imputato si recò al bar Mirò di Recanati e infastidito dal vociare dei ragazzi che erano in strada avrebbe aggredito verbalmente il 23enne poi, dopo avergli mostrato il coltello che aveva con sé, lo aveva seguito all’interno del bar da dove era stato allontanato dal gestore.
Secondo la ricostruzione effettuata dal pubblico ministero all’epoca di turno, Claudio Rastrelli, il 48enne avrebbe atteso l’uscita dal locale del giovane per poi ingaggiare con lui una violenta colluttazione nel corso della quale lo avrebbe colpito con un coltello a scatto sferrandogli diversi fendenti che lo avevano raggiunto alla schiena, all’emitorace sinistro vicino al cuore e su un avambraccio. Poi l’aggressore fu bloccato dai presenti e in particolare dal gestore del locale. Tramite il proprio legale l’avvocato Donato Attanasio, il recanatese chiese ed ottenne di procedere con rito abbreviato condizionato al suo esame e a quello della donna che era con lui all’inizio della serata. Quando fu sentito l’imputato raccontò che quella sera il 23enne gli avrebbe chiesto di offrirgli una birra e al suo rifiuto lo avrebbe preso a schiaffi. Il 48enne aveva quindi chiamato i carabinieri e si era allontanato per poi tornare per incontrare un amico. A quel punto ci sarebbe stata un’altra discussione con il 23enne, il recanatese gli avrebbe mostrato il coltello e il giovane si sarebbe rifugiato nel bar. L’imputato aggiunse che il 23enne lo aggredì mentre tornava a casa e lì la situazione era degenerata.
Oggi la discussione: il pm Rastrelli ha chiesto la condanna a otto anni e sei mesi di reclusione, il gup Domenico Potetti ha disposto una pena di otto anni e otto mesi e 40.000 euro di provvisionale, mentre la quantificazione del risarcimento dovrà essere fatta in sede civile (la vittima aveva chiesto 275.000 euro). «Valuteremo se presentare appello, ci sono dubbi sia sulle aggravanti contestate sia sulla stessa dinamica dei fatti», ha dichiarato l’avvocato Attanasio a margine dell’udienza. Soddisfazione è stata invece espressa dal legale di parte civile, l’avvocato Damiano Corsalini, che ha aggiunto: «Nulla potrà compensare il grave danno subito dal mio giovane assistito, tuttavia, la sentenza ha reso doverosa giustizia di un accadimento particolarmente grave».