TOLENTINO – «Caro Nicola per me, ma per tutta la nostra famiglia, eri come un fratello. Abbiamo passato dei bellissimi momenti e pensare che solo sei anni fa avevamo iniziato scout insieme. Non ci conoscevamo, eppure sapevamo che saremmo diventati migliori amici. Ora è come come se un pezzo della nostra famiglia si fosse spezzato, ma io so che sarei sempre nel mio cuore. Per me eri un punto di appoggio, un amico di cui mi potevo fidare ciecamente. Ti porterò sempre con me». La commozione e le parole di affetto che Matteo ha voluto dedicare nel giorno più triste, quello dell’addio, al suo migliore amico Nicola Scisciani hanno commosso le tantissime persone che questo pomeriggio (21 settembre) hanno riempito la tribuna della stadio Della Vittoria.
L’amministrazione comunale e il parroco della chiesa dello Spirito Santo, don Vito, infatti, hanno scelto lo stadio per celebrare il funerale di Nicola Scisciani, il 12enne di Tolentino morto domenica pomeriggio in un tragico incidente stradale. La chiesa dello Spirito Santo scelta inizialmente, infatti, sarebbe stata troppo piccola per contenere le oltre mille persone che, invece, hanno voluto essere presenti allo stadio per accompagnare l’ultimo viaggio di un ragazzino che, con il suo sorriso contagioso, come è stato raccontato durante il funerale, aveva conquistato il cuore di tutti.
Un lungo applauso ha accolto il feretro arrivato sulle spalle di alcuni suoi amici degli scout e posato sul prato, tra tantissimi fiori bianchi. Così come bianche (il colore della purezza e dell’innocenza), erano anche le vesti scelte dai sette sacerdoti per celebrare la funzione. Seduti in prima fila i genitori Luisa e Silvano e, tra gli amici del gruppo scout, il fratello Alessandro. «Nicola eri un bravo scout, ma la messa non ti piaceva tanto. Eppure guarda oggi cos’hai combinato, quanta gente hai raccolto proprio per celebrare una messa – ha detto padre Gabriele Pedicino, priore di San Nicola durante l’omelia – Ora dal Cielo puoi catechizzarci tutti su quanto sia importante quello che stiamo celebrando ora, adesso sai che non c’è cosa più bella e più forte dell’Eucarestia. Ora lo sai e ti chiediamo di sussurrarlo al cuore di ciascuno di noi».
Nicola era «un piccolo uomo di pace, un uomo sorridente, un ragazzo gioioso», ha ricordato il priore invitando a superare il dolore pensando che quello di oggi non è un addio. «Nicola non ha perso la vita, ma ha ricevuto la vita per sempre, quella vita che gli è stata consegnata il giorno in cui i genitori lo hanno portato alla fonte battesimale – ha aggiunto -. Questo bambino saggio con poco, ha gustato cosa è essere del Signore. E il Signore ha detto, Nicola vieni in questa pace». Struggenti le parole dei compagni di classe che hanno ricordato Nicola, ognuno con un pensiero diverso. «Ciao amico mio, tutto avrei pensato meno che di parlarti con un foglio scritto e di non poteri più vedere- ha detto uno dei compagni -. Mi manchi da morire. In questi giorni noi compagni ci siamo sentiti persi, brancolanti nel buio. Senza di te è tutto triste e senza senso. E’ come se, senza di te, avessimo perso le nostre identità, poi, ci siamo stretti l’uno con l’altro e ci siamo ritrovati in modo diverso. Abbiamo deciso di provare a realizzare i nostri sogni, credendoci fino in fondo, con una forza che prima non avevamo: quella forza sei tu. Dedicheremo a te ogni nostro successo e cercheremo in te la consolazione nei momenti di sconforto».
Presente anche il sindaco Giuseppe Pezzanesi che, più volte, si è stretto in un abbraccio con i genitori del giovane Nicola, di cui ha sottolineato il grande coraggio. «So quanto sia difficile trovare una ragione in tutto ciò – ha detto -. Nicola era pieno di energia, di vita e oggi ci ricorda che la partita più importante che dobbiamo giocare è quella con la vita. Una partita che si vince insieme. Nicola la sua partita l’ha sempre giocata con il sorriso e l’ha vissuta a pieno. Nicola era ed è un emblema della vita».