TOLENTINO – Dopo una settimana trascorsa in regime di arresti domiciliari questa mattina 28 maggio il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Macerata Claudio Bonifazi ha revocato la misura cautelare emessa nei confronti dell’insegnante di sostegno di Caldarola e dell’assistente per l’autonomia e la comunicazione di Tolentino, sostituendola con la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico servizio, rispettivamente di insegnante di sostegno e di assistente di sostegno, per la durata di 12 mesi.
Le due donne, accusate di maltrattamenti aggravati nei confronti di una studentessa adolescente con problemi di autismo in una scuola di Tolentino, oggi sono tornate in libertà. Giovedì scorso erano stati i legali delle due indagate a richiedere, nel corso degli interrogatori di garanzia in cui entrambe si erano avvalse della facoltà di non rispondere, la revoca della misura. «Inizialmente – ha spiegato l’avvocato Nicola Piccinini che col collega Diego Casadidio difende l’insegnante – al gip era stata rappresentata una determinata situazione di maltrattamenti che necessitava essere interrotta con una misura. Giovedì scorso abbiamo evidenziato al giudice che la nostra cliente ha presentato richiesta di aspettativa dal servizio per cui il pericolo di reiterazione del reato è del tutto insussistente. Abbiamo appreso con soddisfazione la decisione del giudice. La sospensione dall’esercizio di docente di sostegno per la durata di 12 mesi è del tutto irrilevante perché a settembre tornerà a insegnare la materia per cui è di ruolo quindi in una situazione ambientale completamente diversa».
Anche l’assistente per l’autonomia e la comunicazione dopo l’applicazione della misura aveva sospeso il proprio rapporto di lavoro con la cooperativa, per cui anche nel suo caso, venute meno le esigenze cautelari, il gip ha sostituito la misura cautelare con una interdittiva. «La mia assistita – ha evidenziato il legale Renato Coltorti – è molto sollevata. È un primo passo, stiamo continuando nell’attività di studio del fascicolo, poi quando avremo visto tutti gli atti andremo a parlare con la Procura. Riteniamo ci sia stata una visione parziale viziata da una ricostruzione dei fatti fatta dalla stagista che non conoscendo la situazione ha travisato le situazioni. Siamo fiduciosi di riportare tutto nel giusto ambito. In questi giorni la mia assistita ha ricevuto sul telefono del marito numerosi messaggi di solidarietà di genitori di ragazzini che ha seguito o che stava seguendo. Tra questi c’è stato il messaggio dei genitori di una ragazzina con sindrome di Down che hanno riferito che la loro figlia non vuole andare più a scuola perché non c’è l’assistente».